«Quale gioia, quandomidissero: Andremo alla casa del Signore» (Salmo 122). E’ con questo sentimento che l’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina ha preparato un pellegrinaggio in Terra Santa, in stretta collaborazione con l’ Opera Calabrese Pellegrinaggi, sotto la direzione del responsabile dott. Antonio Viscomi. “Un’opportunità speciale programmata per tutta la diocesi. Così è realmente avvenuto. Abbiamo raccolto adesioni da varie comunità non tutte provenienti dall’AC – afferma Antonietta Crudo, presidente dell’Azione Cattolica Diocesana. La proposta, inoltre, ha intercettato la richiesta di 32 fedeli provenienti da fuori diocesi”. Alla partenza, ben 148 i partecipanti, divisi in tre gruppi ma accomunati da un unico desiderio: portarsi nella “Terra” che, dall’Antico al Nuovo Testamento, ha conosciuto gli interventi di Dio, fino a raggiungere il vertice nel Mistero dell’Incarnazione e della Pasqua di Cristo. “Un’esperienza unica, straordinaria”, è stato il commento unanime dei pellegrini che Antonietta Crudo ha coordinato insieme a don Ezio Limina, parroco della Cattedrale in Crotone e don Bernardino Mongelluzzi, rettore del Santuario “Madonna di Capocolonna”, responsabili del primo e del secondo gruppo. “Particolarmente significativa per noi di Azione Cattolica. Non un semplice pellegrinaggio!Molto di più: un preciso andare nei «Luoghi scelti da Dio, per piantare la sua ‘tenda’ tra di noi» (cfrGv 1, 14; cfr Es 40, 34-35; 1 Re 8, 10-13) con l’intenzione di leggere il “Quinto Vangelo”. Quello dei “Luoghi”, che parlano, raccontano, rimandano alla Parola di Dio attestata nella Sacra Scrittura. Un desiderio forte nel cuore dell’AC da circa tre anni. In verità, pensato e programmato per il mese di luglio scorso a completamento dell’esperienza avviata con la Scuola Biblica diocesana. Ritardato da alterne vicende, la Provvidenza ha voluto che lo vivessimo dal 19 al 27 ottobre in circostanze differenti, inattese. Certamente di grazia inaspettata. Infatti, più di ogni altro pellegrinaggio, questo compiuto in Terra Santa nell’Anno della Fede e nel cinquantesimo del Concilio Vaticano II, ha rappresentato un’occasione propizia per rinvigorire quella qualifica di autentici credenti che nel fiato di Maria e nella scelta di Gesù al Getsemani, trova i suoi modelli. Da Nazaret, santuario del “sì” di Maria, a Cafarnao, la Città di Gesù; da Gerico, santuario dei peccatori pentiti, a Betlemme, Culla della Parola Incarnata; dal Santuario del Padre Nostro, al Santuario del “sì” di Gesù alla Croce; dalla pietra del Calvario, simulacro del sangue redentore, alla tomba svuotata dalla potenza della Risurrezione. Ecco il cammino dell’AC, nei Luoghi carichi di memoria che continuano a «narrare» la Buona Novella. Luogo e Parola, dunque, i punti chiave del percorso approfondito dal nostro gruppo: il terzo. Formato da 59 aderenti, tra i quali nove sacerdoti che hanno camminato insieme a noi con cura pastorale, contribuendo significativamente a questo evento di straordinaria ricchezza, il cui grande alimento sono state le Guide. Questo ha fatto la differenza! Don Vincenzo Lopasso, professore di introduzione biblica e esegesi dell’Antico Testamento, presso l’Istituto Teologico Calabro e lo Studium Biblicum Francescano di Gerusalemme, il quale con profonda competenza mai disgiunta dalla chiarezza espositiva, ha saputo condurci in un itinerario di riflessione storico – geografico – esegetico – di ricchezza insperata. Non ha fatto sfoggio della sua erudizione: non gli importava impressionare i pellegrini, ma aiutare tutti, dotti e meno colti a comprendere dei Luoghi Santi, fatti, personaggi, modi di vivere e di pensare, attestati nelle Scritture.È per questo che con linguaggio semplice ma efficace, senza mai perdere la profondità dell’analisi ha saputo soddisfare ogni nostra curiosità.
Attraverso testimonianze bibliche, evangeliche, archeologiche, letterarie e dei primi pellegrini, dalla ben nota Egeria a San Girolamo, ci ha magistralmente addentrati al contatto diretto con gli “Ambienti” che hanno conosciuto gli interventi di Dio e nei quali la Parola ha preso corpo. Grazie al Suo prezioso contributo è stato possibile percepire l’atmosfera dei vari Luoghi, ricevere l’eco della loro storia, entrare nella migliore comprensione del messaggio in essi custodito. L’itinerario fisico ha seguito quello spirituale. Sotto quest’aspetto, decisivo l’impegno di don Fortunato Morrone, che non ha certo bisogno di molte presentazioni. Basti ricordare che è docente di Teologia Sistematica, presso l’Istituto Teologico Calabro e l’ISSR Apollinare della Pontificia Università della Santa Croce, nonché assistente unitario dell’Azione Cattolica di Calabria. In quanto tale, ci ha guidati in un vero e proprio “cammino dell’anima” che non ha lasciato nessuno indifferente. Con sapiente discernimento ha saputo parlare al cuore di ognuno. Parole semplici, accessibili a tutti, mai banali, ordite sul canovaccio dei passi evangelici, letti, meditati e riflettuti in ogni Luogo Santo visitato. Cristallizzate dalle Liturgie rivissute nei Luoghi in cui la Rivelazione si è manifestata e sviluppata. In verità, lo stile profondo illuminante delle Guide, l’approfondimento biblico, la riflessione teologica, hanno conquistato e coinvolto i pellegrini, aderenti e non dell’ AC. Debbo confessare che senza queste determinanti collaborazioni non sarebbe stato possibile entrare insieme nella straordinaria ricchezza spirituale custodita in questi “Luoghi” e che nel pellegrinaggio è diventata tesoro di personale profonda esperienza di Dio. Altro motivo di riuscita di questo percorso, ricco di momenti intensi, l’accompagnamento di don Massimiliano Assisi, assistente diocesano dell’Azione Cattolica. Il quale ha curato amorevolmente lo spirito del pellegrinaggio, animato il gruppo con la sua giovanile esuberante personalità, così schietta, semplice, immediata da lasciare un segno profondo nel nostro cuore. Di tutto ciò vogliamo esprimere gratitudine al Signore e sentito apprezzamento alle nostre Guide, ringraziandoli di cuore per averci accompagnato alle sorgenti della nostra fede, nella” Terra” scelta da Dio come Sua dimora, Luogo privilegiato del Suo incontro con l’uomo. Al termine di questo itinerario, personale, associativo e comunitario, nel quale abbiamo goduto della grazia particolare che i Luoghi Santi emanano, ciò che abbiamo riportato come Azione Cattolica è ancora un frutto che deve maturare e non bastano certamente i quindici giorni attesi per iniziare a raccontare “delle cose che abbiamo vedute, ed udite” (Atti 4,20). Intanto il seme è stato gettato. Guardando al futuro del nostro cammino associativo «il nostro cuore si volge ora a quella Terra in cui si è compiuto il mistero della nostra redenzione» (Verbum Domini 89). Con le parole del Beato Giovanni Paolo II possiamo dire: “O luogo, luogo di Terra Santa, quale spazio occupi in me! Perciò non posso calpestarti con i miei passi, debbo inginocchiarmi. E così attestare oggi che tu sei stato un luogo d’incontro. Io m’inginocchio, e metto così il mio sigillo. Resterai qui col mio sigillo – resterai, resterai – e io ti porterò con me, ti trasformerò dentro di me in un luogo di nuova testimonianza”. (K. WOJTYLA, Opere letterarie. Poesie e drammi, Libreria Editrice Vaticana 1993, p. 124).”