Un grosso esemplare di tartaruga marina, della specie “caretta caretta”, è stato ritrovato nel pomeriggio di ieri, lunedì 20 gennaio, sulla spiaggia di Torretta, in contrada “Mortelletto”, nel tratto antistante la pista ciclabile. L’esemplare, del peso stimato di una cinquantina di chilogrammi e in avanzato stato di decomposizione, è stato notato poco dopo l’una da un operaio di Torretta, intento a recarsi al lavoro, in posizione supina, cioè con il carapace poggiato sulla sabbia, ma quando noi stessi ci siamo recati sul posto (come si evince dalle foto) la tartaruga era stata riversata nella posizione naturale, probabilmente da qualcuno che ci aveva preceduto. Nel frattempo era stata allertata la Capitaneria di Porto di Crotone che ha subito inviato una pattuglia della Guardia Costiera di Cirò Marina, la quale, dopo i primi rilievi fotografici, ha avvisato un veterinario dell’Asp e quindi proceduto alle azioni previste in questi casi. In sostanza, il protocollo scientifico prevede la rimozione da parte di una apposita ditta crotonese di smaltimento e quindi l’esame dell’esemplare da parte delle biologhe Elena Madeo e Stefania Giglio, del Centro Studi Cetacei Onlus di Pescara, sede operativa di Catanzaro.
Proprio la dott.ssa Madeo, da noi contattata telefonicamente, dopo aver visionato le prime foto ci ha dato conferma della specie di appartenenza, aggiungendo che dall’avanzato stato di decomposizione la tartaruga potrebbe essere morta da almeno una quindicina di giorni, sicuramente in mare e poi spiaggiatasi sulla riva torrettana a causa delle forti correnti marine di queste ore. Quanto all’età, ci ha spiegato la biologa crucolese, dalle sue dimensioni (70-80cm di lunghezza) potrebbe avere avuto circa 30 anni di vita. La cronaca ormai da tempo ci racconta di esemplari di caretta caretta ritrovate morte sulle spiagge crotonesi, le cui cause sono tutt’oggi allo studio degli esperti, anche se le minacce maggiori arrivano dall’inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione, dalle collisioni con le imbarcazioni, e dagli incidenti causati dalle reti a strascico o da altri sistemi di pesca. Tant’è che essa è una specie fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo ed è ormai al limite dell’estinzione nelle acque territoriali italiane.