Tanto tuonò finché piovve. Alla fine anche Matteo Renzi è rimasto affascinato dal percorrere la strada che conduce a Palazzo Chigi e l’ha imboccata lasciandosi alle spalle quella che solitamente si deve percorrere per essere legittimato leader, elezioni politiche.
In nome di ciò che non ha fatto Enrico Letta (riavviare la macchina Italia) il segretario nazionale del Pd sembra non voglia resistere alle pressioni di quanti (Confindustria, Sindacati, Presidente della Repubblica) lo indicano quale primo Ministro per rimettere il Paese nella giusta direzione e cercare di farlo ripartire. Perfino Flavio Briatore, che in Italia ha pochi interessi imprenditoriali, ha indicato in Matteo Renzi l’ultima possibilità che ha l’Italia per non sprofondare.
Di fronte a tante invocazioni, il Sindaco di Firenze non ha saputo dire di no e, fra meno di quarantottore, al netto d’improbabili imprevisti, accetterà di “sacrificarsi” per il bene dell’Italia.
Per un qualsiasi giovane italiano che sta vivendo gli sviluppi della politica da qualche decennio, gli sembra un anomalia assistere nello spazio di un anno alla formazione di due Governi guidati da un Presidente non eletto dai cittadini. Per chi, invece, sa cosa succedeva nella “prima Repubblica” è tutto normale e gli sembra di tornare indietro nel tempo quando i Governi cambiavano secondo gli umori del segretario politico di un qualsiasi partito. Si facevano cadere i Governi pensando agli interessi elettoralistici che si raccoglievano con il voto. Bettino Craxi e tutta la dirigenza socialista in questo erano maestri. Matteo Renzi la partita l’ha voluta vincere negli spogliatoi. Se avrà l’incarico, la dovrà vincere sul campo. Disoccupazione, tasse, ripresa dei consumi, produttività, esodati, legge elettorale, gli avversari più pericolosi che dovrà sconfiggere. Fino ad ora una sola sconfitta da quando fa politica, le primarie perse contro Pier Luigi Bersani, a fronte di tante vittorie: Presidente della Provincia e Sindaco di Firenze, vittoria alle ultime primarie per segretario nazionale del Pd. Vittorie importanti che gli hanno spianato la strada verso Palazzo Chigi.
Sarà questa la sfida più importante della sua vita politica che dovrà vincere. Come capo del Governo sarà chiamato a risollevare l’Italia dal degrado degli ultimi decenni. Ci riuscirà? I prossimi mesi saranno la cartina tornasole di cosa sarà stato capace di fare, iniziando dalla riforma elettorale. Se questo avverrà sotto la sua egida, sarà nato un altro leader e conquisterà i play-off che gli consentiranno di disputare gli spareggi per rimanere a Palazzo Chigi anche dopo le prossime elezioni politiche. Li vincerà di sicuro e si accrediterà come uno dei migliori Statisti del dopoguerra. Diversamente sarà ricordato come una meteora che voleva cambiare il Paese con la semplice rottamazione d’alcuni politici.
Nell’attesa dell’incarico ufficiale per formare il nuovo Governo, sta mettendo a punto la squadra ministeriale. La formazione dovrebbe comprendere molte novità.
Tra i sottosegretari sembra prevalere il coinvolgimento di diversi Sindaci di città capoluoghi. Tra questi il Sindaco di Crotone, Peppino Vallone, presidente Anci Calabria e sponsor di Matteo Renzi alle primarie. Un altro posto di sottosegretario sembra essere a beneficio dell’on. Dorina Bianchi del CND. Gli interessati al momento né confermano, né smentiscono.