“Il rinvio del punto iscritto all’odg del Consiglio Comunale di giovedì 13 marzo è maturato all’interno di un’Assemblea carica di tensione. Alle osservazioni dell’opposizione si sono aggiunte quelle di alcuni consiglieri di maggioranza ed il Sindaco si è visto costretto a rinviare il punto – ad affermalo in una nota Cesare Spanò
Capo Gruppo ‘Lista Scopelliti Presidente’ e Vincenzo Camposano Capo Gruppo PdL. Ma cosa rappresenta in sostanza la Convenzione con la Ionica Gas S.p.A., altro nome cui dietro si nasconde Eni? Nell’opinione comune essa dovrebbe rappresentare il giusto risarcimento nei confronti della città da parte di un soggetto che per anni ha deciso le sorti dell’economia di Crotone. Nel bene e nel male l’Eni è stata titolare di tutto quello che è accaduto sotto il profilo industriale in città e quando ha dovuto mollare chiudendo gli impianti lo ha fatto senza alcuna esitazione. E conclusa l’esperienza industriale Eni ha proseguito con l’attività estrattiva di metano, che fa di Crotone un sito di produzione che soddisfa quasi il 18% del fabbisogno nazionale. Non è poca cosa. Ma è pochissima cosa la ricaduta generale dell’attività estrattiva sul territorio. Appare legittimo sollevare le eccezioni, così come fatto in Consiglio Comunale, davanti ad una convenzione che dovrebbe chiudere il contenzioso con l’Eni con poche ed irrilevanti “concessioni” fatte alla città. C’è un problema di lunga data rispetto all’utile economico che Eni ricava dal lontano 1975. E di questo utile Crotone riceve un piccolo segno di riconoscenza.
Le royalties – prosegue la nota dei consiglieri – non sono un dono ma un obbligo di legge, ma al contempo bisogna dire che sono una piccola goccia nel mare dello straordinario introito nelle casse dell’Eni. Allora dobbiamo partire da questa considerazione primaria per poter ragionare sulla costruzione di una nuova ipotesi di convenzione, o transazione. Il Consiglio Comunale non può discutere di un punto già preconfezionato. Non può non entrare nel merito delle ricadute vere sulla città dovute all’estrazione del metano. D’altra parte nella discussione dovrebbe darsi adeguato spazio al fenomeno della subsidenza che rappresenta il danno più evidente del processo estrattivo. Ed anche qui sembra davvero strano che non ci siano le conclusioni scientifiche che annualmente la Commissione per lo studio del fenomeno delle subsidenza, ordinata dal Tribunale di Crotone nel lontano 1993, era obbligata a presentare alla Città. C’è anche una transazione su questo punto? Proprio in ragione di questi fatti, ma anche soprattutto davanti alle aspettative che le Associazioni e la gente della nostra comunità manifestano da tempo, crediamo sia opportuno un ampio e democratico coinvolgimento dell’intero Consiglio Comunale nella discussione di merito dello strumento della Convenzione. Non si intende in questo modo acuire ed inasprire una guerra senza fondamento contro Eni. La città avverte il bisogno di capire il nesso che l’Eni ha con il degrado ambientale riconducibile all’inquinamento industriale e con quello legato al fenomeno della subsidenza. In una società di eguali accertare le responsabilità e risarcire il danno non sono atti fuori dalle regole. Il problema – concludono i consiglieri – è che alle regole sfugge solo l’Eni. Noi vorremmo che si ripristinassero le regole che presidiano la garanzia di una qualità della vita che ci è stata tolta. Perché l’Eni non dovrebbe partecipare a questa restituzione?”.