“La protezione internazionale tra prassi, procedure e nuove disposizioni legislative”. Questo il titolo del primo di quattro incontri organizzati dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto, utili ad affrontare le diverse questioni legate alla difficile e delicata materia dell’immigrazione. Ad aprire l’incontro questa mattina a Capo Rizzuto, Caterina Boca, docente del corso in “Tutela internazionale dei diritti dei rifugiati, dei migranti e dei profughi” presso la pontificia Università Urbaniana di Roma. “Da qualche mese – ha detto la Boca – l’Italia, nel percorso di adeguamento al sistema di asilo europeo, ha attuato alcune direttive che vanno a portare delle modifiche abbastanza significative in materia di protezione internazionale”. “Su tutte – ha evidenziato – la possibilità per il protetto internazionale, quindi sia per il rifugiato che per il beneficiario di protezione sussidiaria, di richiedere e ottenere il rilascio della carta di soggiorno lungo periodo”. “Questo – ha spiegato la docente esperta in immigrazione – sostanzialmente gli consentirà di poter circolare liberamente sul territorio dell’Unione Europea che probabilmente poi è l’aspirazione maggiore che i rifugiati che vivono in Italia, hanno”. Importante anche il fatto che il protetto sussidiario potrà avere un permesso di soggiorno della durata di 5 anni, quindi pari a quello di un rifugiato, così come potrà fare anche il ricongiungimento con i suoi familiari con le stese condizioni del rifugiato.
“La riconciliazione con la propria famiglia – ha detto la Boca – è una cosa molto positiva, generalmente se il migrante che fugge per motivi di persecuzione ha necessità di rimanere nel nostro paese e di essere protetto è probabile che anche il suo familiare nel paese corra lo stesso rischio”. “Ci sono paesi nel mondo – ha concluso – in cui la fuga del familiare porta inevitabilmente l’autorità o chiunque abbia esercitato la persecuzione a rivalersi sul familiare che è rimasto sul territorio. Quindi consentire la riconciliazione in tempi brevi senza requisiti può favorire anche la protezione indirettamente anche del famigliare”. “E’ fondamentale settorializzare la formazione – ha detto Leonardo Sacco, Vicepresidente nazionale della Misericordie d’Italia, ente gestore del Cda – Cara S.Anna – e quello di oggi con la dottoressa Boca è solo il primo di una serie di appuntamenti che ci daranno la possibilità di approfondire la materia dell’immigrazione, confrontando il lavoro messo in campo dai nostri professionisti con quello di chi invece studia la legislazione”. “La misericordia da sempre è in prima linea nella formazione dei propri operatoti e dei propri professionisti perché riteniamo che con una formazione adatta si possa far fronte meglio alle esigenze degli ospiti all’interno dei centri”. Ha moderato l’incontro il legale della Misericordia Pasquale Ribecco e ha portato il proprio contributo l’avvocato Francesco Vizza.