In base alle anticipazioni dei produttori dell’associazione EuVite, la vendemmia 2014, caratterizzata da un andamento climatico bizzarro che ha reso la raccolta concentrata, ha comportato una diminuzione della quantità delle uve fino al 40% ma una qualità all’altezza delle aspettative. In effetti, come diffuso dal presidente di EuVite, Nicodemo Librandi, questo 2014 è stato un’anno fuori dai canoni per la vendemmia in Calabria secondo le prime anticipazioni degli stessi aderenti ad EuVite, l’associazione che riunisce da Nord a Sud cinque cantine nel comune intento di valorizzare i vini da vitigni autoctoni della regione. “Questa annata ha registrato infatti un luglio inaspettatamente freddo che ha comportato ritardo nella maturazione – commenta Nicodemo Librandi, con vigneti nella zona di Cirò, Melissa e Val di Neto, per un totale di 232 ettari. Le uve precoci hanno quindi registrato una maturazione lenta, mentre quelle tardive sono maturate prima. Nel complesso le rese sono diminuite tra il 25 e il 40%, ma i vini si prospettano molto equilibrati e ricchi di profumi”. In campagna per raccogliere, dalla prima settimana di ottobre, Mantonico e Gaglioppo, l’azienda Librandi, sull’onda del crescente interesse registrato, ha deciso proprio quest’anno di mettere in produzione ulteriori 10 ettari a vigneto per la valorizzazione di Mantonico e Greco Bianco.
Sulla punta dello Stivale, nei 9 ettari vitati delle sorelle Malaspina, a Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, è ancora piena estate. “La vendemmia è stata molto concentrata, con un andamento stop and go influenzata da pioggia e Scirocco – dichiara Caterina Malaspina. Abbiamo iniziato a raccogliere le uve a metà settembre e ora siamo impegnati con le uve tardive come Magliocco e Nocera. Nonostante l’insolito andamento le prospettive sono buone, anche per i vini da invecchiamento”. In provincia di Catanzaro, nei 100 ettari sul versante tirrenico, Antonio e Alberto Statti dicono: “L’annata 2014 è stata condizionata da un andamento climatico sfavorevole, con frequenti piogge per tutto il periodo primaverile-estivo. Nonostante le avversità climatiche, grazie ad un meticoloso lavoro in vigna, sotto il profilo qualitativo le uve sono state raccolte sane ed equilibrate, permettendoci di ottenere, anche quest’anno, vini con grande finezza ed eleganza. La raccolta, escludendo le cultivar precoci, si è concentrata dalla seconda decade di settembre in poi, riscontrando un bilancio quantitativo con un calo del 25/ 30%. Tuttavia ci possiamo ritenere molto soddisfatti di quanto quest’anno siamo riusciti ad ottenere”. Nel Cosentino la Poderi Marini, con vigneti ubicati a 540 metri s.l.m. nella Piana di Sibari, conferma che il 2014 è un’annata dalle caratteristiche particolari. “La vendemmia è iniziata in ritardo, i vitigni autoctoni maturano per ultimi, abbiamo effettuato un’opera di grande selezione” spiega Maria Paola Marini. Scendendo verso la Sila, Demetrio Stancati, titolare della Serracavallo a Bisignano, commenta: “Abbiamo iniziato con una qualità eccezionale riscontrata sui vitigni internazionali, caratterizzati da una spiccata aromaticità e da tannini molto strutturati. Ora auspichiamo che le temperature si mantengano elevate per non penalizzare i vitigni autoctoni”. L’associazione EuVite, costituitasi nel 2008, rappresenta la vitivinicoltura che nasce da uve e da un territorio del tutto originale, promossa da un nucleo di aziende di diverse dimensioni, collocate in aree differenti: Librandi di Cirò Marina (Crotone), Malaspina di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Poderi Marini di San Demetrio Corone (Cosenza), Serracavallo di Bisignano (Cosenza) e Statti di Lamezia Terme (Catanzaro). Il progetto, supportato a livello di comunicazione e promozione da Edizioni L’Informatore Agrario, è in perfetta sintonia con l’opera di recupero dei vitigni autoctoni e di riqualificazione della viticoltura, valorizzando le caratteristiche specifiche dell’ambiente calabrese, progetto stimolato dalla Regione Calabria dagli Anni Novanta per contrastare gli effetti di una produzione di massa che aveva progressivamente incentivato l’abbandono di vitigni storici a favore di quelli internazionali.