Ryanair, oh cara! Teniamocela cara, Ryanair, e ringraziamola per aver puntato anche sulle rotte per Crotone. Teniamocela cara e ringraziamola, al di là di qualche critica tanto capziosa quanto facile. Prima di scrivere le righe che seguono mi sono sentito in dovere di verificare quale fosse la situazione reale, rifuggendo, per principio, dal ‘sentito dire’ che già troppi danni ha recato alla crescita intellettuale – e intellettiva, ahimè – di tanta parte della popolazione calabrese. Ho verificato quanto vado a dire viaggiando con Ryanair di lunedi e venerdi feriali di un mese abbastanza ‘tranquillo’ come può essere ottobre, lontano da festività e fine settimana in cui gli spostamenti delle persone sono più consistenti. Ho provato rammarico – non voglio scomodare la parola ‘rabbia’- e soddisfazione. Rammarico per il millenario isolamento della Calabria e del Crotonese in particolare, e per il ritardo forse incolmabile col quale a quell’isolamento si potrà e dovrà porre rimedio. Soddisfazione perché ci voleva poco, ad istituire dei voli low cost che ci avvicinassero al resto d’Italia e del mondo, come avviene in tutti i paesi in cui sussistono difficoltà nei collegamenti, come la Grecia con le tante isole, o la Mongolia o la Groenlandia con i loro sterminati vuoti. Rammarico per alcune note stonate che colgo fuori dal volo in sé, e mi riferisco, ad esempio, alle fanfaronate che riguardano la realizzazione di una metropolitana leggera che colleghi la Sibaritide con l’aeroporto S. Anna: prese in giro, né più né meno, che ormai non dovrebbero trovare nessuno disposto a stare a sentirle. Del resto, se l’aeroporto non è nemmeno collegato alla stazione FS e quindi coi pochi treni ancora previsti dall’orario, di cosa si va cianciando nei vari convegni che ogni tanto si tengono, forse giusto per ammazzare il tempo?
Altra nota inammissibile riguarda la mancanza di un collegamento diretto tra il S. Anna e la parte nord della provincia di Crotone: esiste un collegamento, come si può constatare sul sito della Romano SpA, assicurato però dalla IAS Scura, che collega l’aeroporto con Sibari: prima fermata Cariati! Complimenti vivissimi alla Provincia di Crotone, alla Regione Calabria e anche agli altri amministratori locali ‘interessati’. E complimenti, però, anche alla Provincia di Cosenza che, evidentemente, mostra maggiore sensibilità verso i suoi abitanti. Noto, inoltre, che, almeno fino alla prima metà di ottobre 2014, la navetta da Crotone arriva alla fermata dell’aeroporto cinque minuti prima della chiusura della porta per l’imbarco: mi scuso per la probabile inesattezza di questo termine, ma credo si capisca bene che bastano due semafori rossi o un piccolo inconveniente e si mette a rischio la partenza. Soddisfazione, invece, perché i voli, sia d’andata, sia di ritorno, erano quasi al completo, o perlomeno con presenze di passeggeri non inferiori, in entrambi i casi, alle cento unità. Si tenga presente che l’aeroporto di Salerno è arrivato agli onori delle cronache per aver ospitato un volo con un solo passeggero… questo per dire dell’importanza del ruolo svolto dalla politica, dal momento che non è, quello salernitano, il solo caso di aeroporti che sopravvivono solo finché politici potenti si battono per tenerli in funzione. Soddisfazione perché l’aeroporto Pitagora è pulito ed efficiente, con personale che desta una buonissima impressione. Soddisfazione nel sentire una ragazza che dice di aver deciso di fare una sorpresa ai propri genitori, ignari del suo arrivo… proprio come fanno le persone normali che non sanno nemmeno cosa sia vivere lontano da casa, o che di questa condizione hanno una conoscenza alquanto relativa e troppo spesso distorta. Ma poi il rammarico cede alla rabbia: il ritardo millenario della Calabria, un ritardo che tanto ha giovato a tantissimi, tranne che ai calabresi onesti, sarà spezzato dall’arrivo di questo vettore irlandese?
Questo non possiamo ancora dirlo né saperlo… lo abbiamo già constatato nel campo dell’istruzione universitaria: Pitagora, Filolao, Alcmeone, tutti bellissimi nomi, ma l’università è apparsa in Calabria negli anni settanta del XX secolo, e dopo lotte interminabili, anche intestine, tra le varie province, per accaparrarsi una sede qui e là. Forse questo è stato il ritardo peggiore che una politica ottusa ci ha rifilato, una condanna ad una condizione periferica, ad una esistenza grama, di questuanti e di emigranti, in un isolamento che forse, solo ora, comincia a concedere qualche spiraglio. E ciò avviene non tanto per intervento della politica, ma perché il corso delle cose sopravanza quanti ad esso si oppongono per fini meramente personali o della parte di cui rappresentano gli interessi. Speriamo bene, e intanto teniamoci cara Ryanair, che non ruberà posti di lavoro né introiti a nessun altro vettore concorrente: si tratta di serbatoi diversi di utenza, motivo per cui si avranno aerei e pullman al completo o quasi, e anche treni a lunga percorrenza, se ve ne fossero, potendo finalmente scegliere come muoversi, come fanno le persone nel mondo normale. Dobbiamo ringraziare la politica per questa ‘concessione’? I politici si ringraziano, eventualmente, per le conquiste, non per le concessioni, queste ultime non essendo loro appannaggio. E comunque per il S. Anna di prospettive ne esistono, anche di ulteriori sviluppi: prima o poi anche le migliaia di rumeni e ucraini che vivono in Calabria vorranno spezzare il loro isolamento chiedendo voli per le loro terre d’origine… e alla fine bisognerà ringraziarli, come è giusto che sia, se avremo lavoro per un aeroporto internazionale. Il guaio, o il punto, è che se usciamo dall’isolamento che per millenni abbiamo sopportato… poi come la mettiamo? A chi chiedere il conto di quanto ci è stato negato? Non lo so, intanto speriamo.
Cataldo Antonio Amoruso, Piacenza