Si chiama “Mediterraneo” l’imminente mostra collettiva di pittura: Una comunione poetica tra pittura, musica e danza. La cirotana Rosanna Papaianni, fotografa professionista, reduce di una importante mostra antropologica sugli ulivi secolari, conclusosi lo scorso 31 ottobre, comunica che ci sarà un’altra interessante mostra “MEDITERRANEO” , dal 9 al 29 novembre a cui prenderanno parte le opere del marito, il fotografo professionista Vincenzo Caroleo, e quelle di Elena Diaco Mayer, Mario Iannino, e Vincenzo Trapasso, che si terrà al “Bar degli Artisti” presso “Artedanza” in viale Magna Grecia Catanzaro. All’inaugurazione della mostra seguirà un performance di danza contemporanea dei primi ballerini del “Centro Professionale per la Danza Artedanza” sulle note di un brano inedito della rockband “HEARTBEAT”. L’idea della mostra, si legge in una nota di un uno degli artisti Iannino, – è nata dal recentissimo confronto avvenuto tra noi artisti non più di qualche settimana addietro in occasione della mostra fotografica di Rosanna Papaianni. Negli incontri successivi ci siamo resi conto di avere molta energia creativa da offrire. Inoltre saranno presenti un gruppo di ragazzi giovanissimi che fanno musica e scrivono testi interessanti. Ho conosciuto-prosegue la nota- il “contenitore” nella periferia sud di Catanzaro che ospita una qualificata scuola di danza. È il fato oppure un disegno divino? Nei fatti si concretizza la possibilità di realizzare una comunione poetica tra pittura, musica e danza! I lavori ci sono! Ci siamo detti. E l’inedito dei ragazzi del gruppo Heartbeat sembra cucito su misura. Adesso, continua- serve l’azione, il movimento, la danza a suggello della comunione d’intenti delle discipline presenti “nei luoghi in/soliti dell’arte”. Il tutto nasce e si realizza attraverso il lavoro gratuito e volontario, un tempo si diceva “autogestito”, degli artisti: Vincenzo Caroleo, Elena Diaco Mayer, Mario Iannino, Vincenzo Trapasso. Dal nero al bianco e dal rosso all’oro. Colori forti, gesti decisi, ponderati, sussurrati, a volte velati come a voler coprire in un sudario collettivo sogni e speranze di gente privata del futuro. Strappi, lacerazioni, occultamenti che evidenziano drammi interiori, fisici e psicologici di fuggitivi visti come invasori da qualcuno e fratelli da accogliere da altri. Gente “altra”, nemici da ricacciare fuori i confini della propria terra, uomini, donne e bambini da respingere in mare aperto, contro ogni logica della marineria lasciata morire nel Mediterraneo, in acque internazionali, per nascondere, in quei pochi nodi lontani dalle coste, l’ultimo, estremo atto di civiltà di chi ancora ha una coscienza. Come definire il dolore che si leva dalla tela di Picasso dopo il bombardamento nazista su Guernica o il dramma descritto da T. Géricault nella “zattera della medusa”?Drammi della miseria e della cupidigia umana. Discriminazioni etniche o culturali accadono davanti ai nostri occhi. Mediterraneo, via della civiltà diventata tristemente nota alle cronache per i troppi morti in fuga dalla fame. Mediterraneo, business. Mediterraneo, conclude Iannino- grido dei sopravvissuti; pianto dei morti e dei sopravvissuti. Mediterraneo, ponte di caparbietà, miraggio che aiuta a superare le sofferenze e raggiungere l’agognato traguardo.
Grazie a Giuseppe De Fine per il suo prezioso articolo!