“A seguito della profonda crisi che, negli anni ’90, ha investito l’intero tessuto industriale crotonese, tanto da determinare la chiusura delle fabbriche che avevano sì dato impulso all’economia locale ma anche causato il disastro ambientale senza precedenti, la classe politica crotonese ha tentato la via della ripresa economica del territorio, cimentandosi nella reindustrializzazione, i cui risultati sono stati a dir poco fallimentari in quanto la stessa è stata priva di alcuna progettualità ed improntata spesso all’improvvisazione, con lo spreco dei tanti finanziamenti (regionali, nazionali e comunitari), caduti a pioggia, che potevano essere meglio impiegati se solo dirottati su altri settori (agroalimentare, beni culturali, turismo, infrastrutture, cantieristica, crocieristica, ecc.)” – lo scrive Michele Calvo il coordinatore dei Riformisti Italiani della Provincia di Crotone in una lettera inviata all’assessore al Turismo del comune di Crotone e al Presidente della IV^ commissione consiliare. “Oggi, la classe politica è chiamata a compiere scelte mirate e finalizzate alla ripresa dello sviluppo ed il forum provinciale sul turismo va in questa direzione, anche se lo stesso forum deve uscire dalla fase preliminare, quella del convegno, che rischia di essere un trascinamento sine die, e passare, quindi, alla fase successiva, quella della pianificazione e redazione di un concreto piano di sviluppo, di concerto con tutti i soggetti interessati”.
“Noi abbiamo più volte affermato pubblicamente, ancor prima dello stesso forum, che il modello di sviluppo ideale per il territorio è quello che punti alla promozione dell’identità dello stesso territorio attraverso politiche tese alla riscoperta ed alla valorizzazione dei luoghi con la fruizione dei beni culturali (musei, centri storici, monumenti, parchi archeologici, monasteri, santuari, ecc.), con la riqualificazione e la tutela delle aree naturalistiche (Valle del Neto, Cervara, ecc.), con la degustazione dei prodotti tipici dell’enogastronomia, con l’esposizione dei prodotti dell’artigianato tradizionale, con sagre e rievocazioni di eventi con i costumi dell’epoca. Ma per un qualsiasi modello di sviluppo è indispensabile il collegamento del territorio per mezzo di infrastrutture efficienti e moderne che consentano il raggiungimento dello stesso territorio con facilità, in sicurezza e nel minor tempo possibile. Per le caratteristiche del nostro territorio sarebbe possibile realizzare un modello di sviluppo complesso che comprenda vari tipi di turismo (balneare, culturale, naturalistico, enogastronomico) ma ciò presuppone la presenza, in loco, di un polo universitario che formi le figure professionali richieste con corsi di laurea attinenti (in archeologia, in conservazione e restauro dei beni culturali, in scienze e tecnologie per l’ambiente, in scienze antropologiche ed etnologiche, in progettazione e gestione dei sistemi turistici, in scienze sociologiche per lo sviluppo locale e la governance, in scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica ed ambientale). Un’esigenza che noi stiamo da più tempo rimarcando – conclude Calvo – ma nessuno pensi che si possa elaborare un progetto di sviluppo basato sul turismo senza uno strumento di guida e supporto qual è appunto l’università”.