Una serata all’insegna dei grandi avvenimenti è stata quella vissuta, organizzata dalla Società Beethoven di Crotone, con l’orchestra “O.Stillo” e la presenza di solisti famosi come il trombettista Gino Santo, la pianista Daniela Gentile e il violinista Giuseppe Arnaboldi. Un’orchestra, quella dell’Orfeo Stillo, che con la sua ormai decennale esperienza riesce a creare un clima artistico di grande coesione e di grande simbiosi anche nell’affrontare, con solisti inseriti nel panorama internazionale, programmi non facili e di notevole impegno interpretativo. Il programma comprendeva infatti Vivaldi, Massenet, Bruch, Shostakovich, Rachmaninoff e Mascagni. Suono fascinoso e aristocratico che spingono a sentire e risentire quegli attacchi così decisi e quell’articolazione quasi astratta ma mordente dei solisti, che si fondevano e amalgamavano con un suono duttile e mai supponente dell’orchestra, che evidentemente si fida del braccio e delle idee del Direttore.
Una cantabilità quella della tromba di Gino Santo, che in Racmaninoff (“Vocalise”) ha saputo cogliere il vero creatore del Lied in Russia, mentre MaxBruch – “KolNidrei op. 47”, mirabilmente sostenuto da un pianismo incisivo e lucido dell’artista Daniela Gentile, ha colto e trasmesso un Romanticismo nostalgico, sensibile al fascino della melodia e al garbo dell’armonia. Due brani nati per essere eseguiti su altri strumenti così come “Thais” di Massenet ed Intermezzo di “Cavalleria Rusticana”, che gli artisti hanno saputo coglierne e trasmetterne l’essenza vera della loro potenza evocativa. Un Vivaldi all’insegna della sempre viva rivelazione è stata quella eseguita dal violinista Arnaboldi nelle due Stagioni (“Primavera” – “Inverno”) dove con una tecnica sicura e brillante ha messo in luce un lirismo vivaldiano di cui si cercherebbe invano traccia nei concerti degli altri suoi contemporanei. Una serata artistica veramente molto bella e ricca di grandi sensazioni che non mancherà di essere ricordata, nella quale il pubblico numerosissimo che gremiva il Duomo di Crotone, ha saputo rendere doveroso omaggio a solisti e orchestra con calorosi e sentiti applausi.