Ad un anno dalla terribile morte del piccolo Cocò Campolongo il sindaco di Cassano all’Ionio Gianni Papasso ricorda il “piccolo angelo” volato prematuramente in cielo. In tutti e quattro i centri urbani del Comune, infatti, l’Amministrazione comunale ha voluto far affiggere dei manifesti con un messaggio forte di ricordo ma anche di speranza per tutta la città: “A Gennaio di un anno fa una mano crudele ha distrutto con il fuoco il sorriso e l’infanzia del piccolo Cocò, di appena tre anni, scavando nell’animo della città una profonda ferita, difficilmente rimarginabile e sconvolgendo le coscienze di quanti nel Paese sono sensibili ai valori della vita e della dignità umana. La città non ha dimenticato ed ancora aspetta giustizia e verità”.
Una vita brevissima e segnata già dalla nascita quella di Nicola Campolongo, il bimbo di 3 anni trovato morto a Cassano all’Ionio dopo essere bruciato nell’auto con il nonno 52enne, Giuseppe Iannicelli e la sua compagna marocchina, Ibtissam Touss, di 27 anni. Nato dietro le sbarre, Cocò ha vissuto i suoi primi mesi di vita accanto alla madre, Antonia Maria Iannicelli. Entrambi i suoi genitori erano e sono tutt’ora in galera. “Chi un anno fa uccise a Cassano rinnegò il suo battesimo che è incompatibile con quel gesto di violenza e indifferenza verso gli altri” – ha ricordato domenica nel duomo della cittadina calabrese Monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Ionio e segretario della Cei. Nonostante le promesse, tra gli altri del ministro degli interni Angelino Alfano “prenderemo gli assassini di Cocò” gli assassini non hanno né un volto né un nome. “Malgrado la scarsa collaborazione da parte della popolazione – spiegano gli investigatori – le indagini non si sono mai interrotte.”