Nel castello di Corigliano Calabro, dove ancora gigantesca aleggia la figura di Roberto il Guiscardo e con lui la cultura e l’arte normanna, i liceali del Coro – Orchestra Krimisa, diretto dal maestro Vincenzo Greco, hanno ricevuto plausi ed approvazioni dal numeroso pubblico presente all’iniziativa di presentazione del libro di Pino Aprile “Terroni ‘Ndernescional” nonché da Nuccia Giudice, dinamica dirigente scolastico del “Tieri” di Corigliano e da Luciano Greco, giovane coordinatore dell’ATP di Cosenza. Il Liceo di Cirò ha voluto essere presente, su autorizzazione della Dirigente Angela Corso, all’iniziativa promossa da Nuccia Giudice, uno dei Dirigenti che insieme a Luigi Rizzo e Gabriele Vincenzo, di più ha segnato la promozione e la crescita della Scuola intitolata ad Ilio Adorisio, docente cirotano di Economia matematica. Martina, Elena, Vittoria, Giuseppe, Pierpaolo, Miriana, Filomena, Giusy, Salvatore, Santo, Rosita, Marco, Noemi, Rosamaria, Lucia Chiara, Federica, Caterina, con un repertorio fascinoso e ragionato di musiche e canti tra cui la struggente “Va pensiero” ed il patriottico “Briganti se more”, hanno incantato la platea e la Bombina (Nuccia) Carmela Giudice, che a giusta ragione ha consegnato ai Liceali di Cirò, e ai ragazzi della sua Orchestra Corillianum, un messaggio di pura poesia “A te che sogni il futuro, diciamo che la vita è una esperienza unica, straordinaria e ti auguriamo di viverla pienamente. A te che progetti il tuo domani, auspichiamo che la tua vita sia un cammino proiettato verso orizzonti di luce. A te che sei a volte annoiato, diciamo che l’impegno è la più potente molla che permette di superare i più ardui ostacoli, Perciò studia, ama la vita e sii testimone di gioia”. I ragazzi dello Scientifico, accompagnati da Angela Costa, Rosa Rita Vizza e Peppe Lamazza – invitati a rappresentare la Provincia di Crotone nella performance socio-culturale promossa dal prof. Costabile presso la Università della Calabria –hanno quindi ascoltato un conferenziere appassionato ed appassionante, Pino Aprile, giornalista e scrittore, introdotto magnificamente dalla docente giornalista Patrizia Pugliese.
“Non sapevo – dice Aprile – che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni. E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni “anti-terrorismo”, come i marines in Iraq.Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell’invasione, da Sud, per redimere l’Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa). Ignoravo che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma.E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile. Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi alSud a quelle di «Tamerlano, Gengis Khan e Attila». Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l’Europa potrebbe inorridire». E Garibaldi parlò di «cose da cloaca». Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna, come è accaduto con gl’islamicia Guantánamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noi centinaia di migliaia,briganti per definizione, perché meridionali. E, se bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, figlie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela);o persino solo paesani o sospetti tali. Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l’apartheid. Io credevo che i briganti fossero proprio briganti, non anche ex soldati borbonici e patrioti alla guerriglia per difendere il proprio paese invaso. Non sapevo che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni in massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia. Non volevo credere che i primi campi di concentramentoe sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord,per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia,forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano nella calce), come nell’Unione Sovietica di Stalin.Ignoravo che il ministero degli Esteri dell’Italia unita cercò per anni «una landa desolata», fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarlilontano da occhi indiscreti. Né sapevo che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotaronole ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati. E mai …” Un fiume che scorre Pino Aprile, che per 80 minuti affascina, non stanca, “acchiappa” e da meriodaleuropeistaconclude “La politica come l’acqua riempie i vuoti: la Germania si prende quello che le lasciano prendere, Quando le cose vanno male, puoi cercare di salvarti a danno dei più deboli: un Sud da cui trarre risorse, intelligenze, persone. La Germania abbaglia con i suoi successi, al punto da far dimenticare che è il paese che non ha mai pagato i suoi debiti più grandi. Siamo in fase di passaggio da una civiltà ad un’altra e tutto cambia. L’Europa se non saprà essere più giusta, diventerà ancora più divisa e ingiusta di com’è. Con l’uso fortemente politico del debito è stata creata una “classe inferiore”, con paesi che devono accettare perdite di sovranità e ferite alla loro dignità nazionale, riducendo la loro scelta “aderire o uscire dall’UE”. Potete applicare il ragionamento all’Italia, senza cambiare una virgola…”. L’ottimo libro di Pino Aprile “Terroni ‘Ndernoscional” va letto, perché dice molto e molto bene.