di Rocco Caccavari. La storia letteraria del terzo millennio deve annoverare tra i suoi protagonisti Domenico Dara, scrittore calabrese, come il migliore della letteratura di quella parte di Italia che ha nel tempo avuto ottimi intellettuali tra i quali, scrittori di valore come Corrado Alvaro, Saverio Strati, più recentemente Carmine Abate ed altri. Domenico Dara, nella sua opera prima, “Breve trattato sulle coincidenze”, raggiunge il vero livello che qualifica una buona opera letteraria: cioè appassionare alla lettura e costringere al ripasso. Il libro racconta la vita di un uomo solitario e costantemente pensieroso che ha fatto di una sua manìa, lo strumento di una positiva scelta per orientare verso il bene e la tranquillità i cittadini del suo paese.
Egli è il postino che leggendo le lettere dei suoi concittadini combina, riannoda, inventa trame e vicende aprendo le lettere e provvedendo a dare un buon esito ai contenuti. L’ambientazione a Girifalco limita a quel territorio le azioni dei suoi interventi, che però hanno la semplicità e la forza di un modello di convivenza universale. Ce ne è abbastanza per dire che il postino è un angelo custode, un taumaturgo che con l’ordito di trame costituito dalle lettere del suo archivio meticoloso, inventa un angolo di mondo dove il mistero delle coincidenze si rivela un atto cosciente e generoso di un uomo senza amore che ha l’attenzione costante che l’amore non si allontani da Girifalco. Tanti personaggi, infinite le situazioni, una gradevole sonorità del dialetto e un’ironia pungente ma sempre attenta a non tramutarsi in sarcasmo, una sensualità carnale e travolgente, grandi passioni e anche, a volte, rabbia e delusione: questo a Girifalco come è avvenuto e avverrà in ogni angolo del mondo.