Lo sport spesso si trasforma da passatempo e svago in riscatto sociale, soprattutto per quei territori in cui il disagio è forte e la crisi morde più del dovuto. E così è stato a Cutro, che negli ultimi anni è riuscita, grazie proprio allo sport, a prendersi grandi soddisfazioni ma soprattutto a ridare una dimensione sociale alla propria comunità. Negli ultimi anni, infatti, nella città degli Scacchi, tanti giovani, ragazzi e ragazze, hanno trovato il modo di esprimersi grazie alle numerose società sportive nate nel territorio. Calcio e pallavolo sono stati fiore all’occhiello per tutta la comunità cutrese. Ma questa strada che sembrava tempestata di successi rischia di essere bloccata, anzi rischia di essere arrivata al capolinea, grazie all’inettitudine di un sistema burocratico che illude i più giovani, facendo sognare strutture sportive che non solo non vengono realizzate, ma che alla fine bloccano anche quelle esistenti. Ed un esempio su tutti è lo stadio di Cutro, i cui lavori sono ormai bloccati da tempo, e le cui responsabilità vengono rimbalzate, come una pallina da flipper impazzita, tra la ditta aggiudicatrice dei lavori e la Provincia di Crotone.
E anche davanti a questi disagi c’è stata una dirigenza, una società sportiva che guida il calcio a Cutro dall’eccellenza fino alle scuole calcio per i più piccoli, che si è messa sulle spalle i propri atleti e che a forza di sacrifici ha portato avanti, anche costretta a dover andare sempre in trasferta, anche quando si dovrebbe giocare tra le mura amiche. Ma i grandi progetti hanno bisogno del sostegno delle istituzioni, non di finanziamenti, non di soldi, ma di semplici infrastrutture, senza le quali fare sport diventa una sfida invincibile. Ed ecco perché i dirigenti delle società hanno deciso di mettere in campo azioni di protesta eclatanti come quella che vedrà nei prossimi giorni i calciatori di tutte le età andare ad allenarsi a Crotone, in via Mario Nicoletta, proprio sotto il palazzo della Provincia. Ed ecco perché i dirigenti e i soci della AS Cutro si appellano direttamente al presidente dell’ente intermedio, Peppino Vallone, chiedendogli un impegno in prima persona per risolvere questa dannosa situazione. Il rischio è che a fine stagione questi dirigenti, stanchi ormai di portare avanti un progetto che con questa politica viene minato alla base, rinuncino al proprio ruolo; così si cancellerebbe il calcio dalla città di Cutro. Un rischio che questo territorio non si può assolutamente permettere.