Ci sono voluti la tenacia e la pazienza, non senza dolore, della Sig.ra Anna Costa e la decisa e altrettanto ferma attività del suo difensore penale, la nota avvocatessa, Graziella Maietta, che ha seguito il caso sin dall’inizio per ottenere finalmente l’assoluzione delle accuse mosse da parte della sezione penale del tribunale di Bari, “perché la Sig.ra Anna Costa non ha commesso il fatto”. La Costa, infatti è stata prosciolta dall’accusa di favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Erano infatti le prime ore del mattino di un lontano dicembre 2004, quando si sono presentati i militari della guardia di Finanza di Monopoli che le hanno contestato i fatti, procedendo a confiscare l’immobile dove la Sig.ra Costa ospitava gli immigrati che lei accoglieva caritatevolmente, il Regina Pacis di Cirò Marina.
Napoletana di origine, la Sig.ra Costa, come è stato dimostrato, avendo ereditato dal padre una cospicua fortuna in immobili, aveva venduto tutto e acquistato l’immobile dove aveva creato appunto il Regina Pacis, con l’intento di dare sollievo a gente immigrata e ai loro piccoli. Sin da subito la Costa si è proclamata innocente, chiedendo a chi la conosceva e non di non emettere giudizi infondati, aspettando serenamente il risultato, pur se costretta a presentarsi in Caserma per l’obbligo della firma. Otto lunghi anni, che non le hanno impedito di continuare la sua azione di assistenza, accompagnata dal suor Maria Lourdes e dalla sua unica figlia. All’epoca dei fatti, Anna Costa aveva 62 anni e le veniva imputato traffico illecito di manodopera che consisteva secondo gli inquirenti nel collocare queste straniere come badanti, colf ecc. Fra queste immigrati erano presenti anche bulgare e proprio criminali bulgari sono stati condannati, con pene inflitte dai 6 agli 8 anni. Insomma sembrava che la Regina Pacis fosse un terminale di questo traffico. Cosa che lasciò all’epoca, qualche dubbio, fra coloro che conoscevano l’azione della Costa, in quanto, già all’epoca, qualcuno si rivolgeva alla struttura della Regina Pacis, anche servizi sociali e forze dell’ordine, quando si presentava qualche caso in cui era necessario dare assistenza a minori non accompagnati o a donne madri immigrate. Ci son volute ben cinque ore di Camera di Consiglio, ma alla fine, il verdetto di assoluzione piena. Sicuramente ciò non restituirà e ripagherà la Costa di quanto subito. Soddisfatta, il suo avvocato, Graziella Maietta, la quale ha messo sotto i riflettori la necessità di una riforma complessiva dell’azione penale.