Ancora una volta mi vedo costretto a tornare a denunciare le carenze di sempre, le carenze che rendono inospitale e invivibile una città capoluogo di provincia come Crotone. Ancora una volta denuncio l’invivibilità e l’incuria che regnano sovrane in tutta la città ormai diventata troppo stretta tra transenne e continui cantieri. E segnatamente, invivibile il centro storico, quello che dovrebbe assurgere a piacevole salotto culturale. Son finite, da pochi giorni, le celebrazioni del mese mariano dedicato alla Madonna di Capo Colonna che hanno visto in città ospiti di rilievo e pellegrini da ogni dove, e anche in questi giorni la città si è mostrata quella di sempre: sporca ed in preda a cumuli di rifiuti anche ingombranti e quel che è peggio è successo anche al passaggio della sacra Icona della Madonna Nera per le vie del centro. È indegno lo “spettacolo”, usiamo pure un eufemismo, offerto dall’area retrostante il Tribunale dove dopo una non proprio abbondante pioggia, si forma spesso una superficie lacustre e discarica pubblica in attesa di raccolta, (intendiamoci, siamo in pieno centro città). E ancora qui, la madre delle vergogne, una stanziale baraccopoli con tanto di panni stesi al sole. E poi, ma non è secondario, possibile che gli Amministratori o i Vigili Urbani (ammesso che nella zona ne frequentino), non si rendano ancora conto che lo spazio più importante della città, piazza Duomo, continua ad essere un parcheggio incontrollato di auto e mezzi pesanti anche durante la celebrazione di riti religiosi.
Il dovere di buona amministrazione nel perseguimento dell’interesse della collettività sancito dal’art. 78 del Testo Unico degli Enti Locali impone, a tutti di denunciare quelle carenze od omissioni che rendono invivibile ed inospitale la propria città e, nella fattispecie, la nostra città che vogliono far apparire “città giardino”. Suvvia non scherziamo! Siamo davvero al limite dell’indolenza, chè le denunce, non solo queste de il cirotano.it ma anche quelle delle Associazioni ambientaliste, non vengono proprio considerate. Visto che si è costretti a ripetersi. E c’è di più. La piazzetta Immacolata continua ad offrirsi come luogo non proprio ospitale, una piazzetta che altrove ci invidierebbero, uno spazio che proprio non ne vuol sapere di diventare un simpatico angolo della cultura non solo regionale. Nello stesso spazio da sempre è presente un’antica libreria che ospita spesso incontri tra arte, musica e letteratura e fino a qualche tempo fa anche una Galleria d’Arte ed un centro Polifunzionale ospitavano artisti ed intellettuali di ogni sorta. Insomma ce n’è per tutti i gusti. E però qui vige l’omertà: tutti vedono e affogano e tutti tacciono. Un po’ strano mi pare. Si perché piazzetta Immacolata continua ad essere uno spazio di raccolta rifiuti perché i cassonetti della spazzatura sono lì, proprio davanti all’antica chiesa, lì anche in compagnia di un cartello di divieto di sosta a rimozione forzata e puntualmente disatteso.
Eppure siamo in una delle più antiche strade di Crotone, la strada che Leonida Repaci definì la Via dei Baroni. Qui pochi anni orsono son venuti alla luce i resti della cinta muraria della città bizantina e qui vi si è operato un restauro conservativo attorno agli scavi e sistemati alcuni orci con piante mediterranee. Ebbene questo spazio è diventato terra di nessuno. Non ve lo descrivo, andate a vederlo! Questa è la Via Risorgimento che percorre il solco delle antiche mura della medievale Crotone e che abbraccia nel suo grembo tanta storia civile e religiosa: l’antico convento della Casa dei Fratelli Ospedalieri ex municipio ed oggi Casa della Cultura, la chiesa dell’Immacolata e quella più antica di san Giuseppe di recente riportata al suo originario splendore. Soprattutto l’Immacolata è oggi meta di fedeli e turisti. È un edificio tardo barocco, raffinato ed invitante: nella cripta è conservata la primitiva chiesetta trasformata nel Cinquecento in cimitero e fino a poco tempo fa, in un’atmosfera suggestiva ed impressionante che invitava ad una seria riflessione sul valore della morte e della resurrezione, era possibile vedere allineati qualche centinaio di teschi ed in mezzo un’imponente statua del Cristo Re. Ma il più importante gioiello dell’arte e della fede la chiesa dell’Immacolata l’ospita addossato alla parete destra dell’unica navata: è il Crocifisso, scultura del 1640 ricavata da un sol pezzo di legno con la particolarità degli occhi, occhi aperti. Questo è il Centro storico tra Cattedrale e chiesa dell’Immacolata, uno spazio antico e nuovo, nuovo ed antico che deve essere custodito e privilegiato come gioiello d’arte e d’amore. E mi fermo qui evitando di fare un salto verso le periferie! Altro che “città europea”!