Nello scorso mese di maggio, il Senato ha approvato un disegno di legge che dovrà essere confermato dalla Camera e che prevede la possibilità delle banche di saldare le loro perdite prelevando forzosamente, dopo gli adempimenti attuali di legge, denaro dai conti correnti privati superiori a 100mila euro. “In un momento in cui tantissime aziende chiudono per carenza di credito, con una situazione finanziaria delle nostre imprese dell’artigianato e delle PMI allarmante, i nostri rappresentanti politici, escluso alcune forze politiche (M5S e Lega) pare stiano più attenti a garantire un sistema finanziario che scoraggia ogni tipo di iniziative, piuttosto che il tessuto produttivo del nostro Paese” afferma Salvatore Lucà della Confartigianato KR e CZ.
“Queste dinamiche, ovviamente, danneggiano clamorosamente il Territorio: in Calabria abbiamo degli esempi eclatanti. In estrema sintesi abbiamo perso ogni riferimento strategico e quel supporto finanziario necessario alla crescita (o sopravvivenza) delle nostre PMI. Ed in questa situazione alquanto paradossale, i nostri rappresentanti romani invece di ideare e lavorare per il tessuto produttivo ed economico italiano, legiferano per ben altre cause, nel silenzio totale dei partiti, confederazioni e quant’altro. Non è più sopportabile, sia da imprese che da famiglie, assistere ad azioni politiche che garantiscono solo un certo mondo. Auspichiamo – conclude Lucà – dunque un cambio di rotta immediato. Il mondo politico, le confederazioni, le federazioni sindacali, devono avviare una protesta vibrante contro questo tipo di interventi e questi ulteriori aggravi a carico dei cittadini. C’è necessita di essere più vicini ai cittadini ed alle imprese”.