La revoca della delega di assessore ai LL.PP. del Comune di Crotone non esaurisce la sua gravità nella contingenza di un gesto comunque inqualificabile prima che inspiegabile. Questa vicenda rappresenta la sintesi plastica di una degenerazione etica che ha pressoché consumato l’anima, cioè la ragion d’essere della politica.
Si è ormai strutturato un costume che, nelle più significative decisioni degli assetti istituzionali o amministrativi, prescinde radicalmente dalle basilari motivazioni che dovrebbero indurle. La politica confinata nella surreale dimensione oligarchica.
Nessuna ragione, personale, comportamentale, amministrativa, é stata addotta (e ci mancherebbe altro!) a giustificazione dell’esclusione di Candigliota, né tantomeno a conforto dell’indicazione del nuovo assessore.
All’indignazione avvertita e schiettamente manifestata all’indomani di questa inopinata scelta, si va sostituendo una più serena ma altrettanto ferma coltivazione di analisi che, nella loro spregiudicatezza, rappresentano un contributo alla riqualificazione culturale della politica crotonese.
C’è una cifra di coerenza politica, alimentata nella profondità di una tensione ideale che, al giorno d’oggi, appare un evocazione romantica: come movimento, abbiamo preferito privarci di una unità consiliare in nome di atteggiamenti elettorali che violavano la coerente adesione alla scelta di fondo compiuta nel 2011.
Altri, additati quali ispiratori o attuatori di trame funzionali alla demolizione di assetti, la cui salvaguardia é stata garantita esattamente dal nostro gruppo, diventano destinatari di gratificazioni “giuntali”.
Il PD riprova a ricomporre la propria stabilità a scapito dell’altra parte più significativa della coalizione Così pregiudicandone le stesse fondamenta politiche.
Convocati sovente, come movimento, in occasione di sedute di consiglio ad alto rischio abbiamo puntualmente garantito decisive presenze. Per altro verso, non abbiamo mai ottenuto riscontri a proposte, idee, contributi amministrativi che, se accolti , avrebbero probabilmente mitigato la severità della crisi in cui l’amministrazione versa e l’implacabile giudizio dell’opinione pubblica stremata in qualunque aspettativa di futuro. Una coalizione privata di occasioni di confronto, nell’immiserire l’ispirazione politica che dovrebbe qualificare un’amministrazione, annienta la sua genesi culturale.
Non so se sussistano margini e soprattutto volontà di ricomporre la dignità di uno schieramento che pure sembrava indispensabile al corso politico di questa città. Eventuali riscontri unicamente polemici verso questa nota mi confermeranno nella mia crescente sfiducia.