Dagli annunci del Presidente del Consiglio Matteo Renzi sembrava in dirittura d’arrivo la soluzione d’andare in pensione qualche anno prima avendo raggiunto i requisiti contributivi e anagrafici. Al momento però la flessibilità in uscita nelle pensioni resta fuori dalla legge di stabilità e ad affermarlo lo stesso Presidente Renzi nella trasmissione “che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio. “I numeri non sono chiari e dobbiamo rimandare tutto al 2016 – ha dichiarato il Presidente Renzi – quindi proporremo una soluzione solo quando tutto sarà chiaro, non abbiamo ancora trovato la soluzione per consentire di andare in pensione un paio di anni prima”. Intanto continua la mobilitazione dei sindacati affinché il Governo riveda la legge Fornero.
Martedì 13 ottobre alle ore 10.00 Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un presidio unitario davanti a tutte le Prefetture della Calabria, nell’ambito della campagna di mobilitazione generale che si svolge su tutto il territorio nazionale, per chiedere un intervento strutturale di modifica della legge Fornero all’interno della legge di stabilità che sarà discussa dal prossimo 15 ottobre. Le richieste avanzate dai sindacati calabresi (Michele Gravano Cgil, Paolo Tramonti Cisl, Santo Biondo Uil) riguardano la necessità di porre rimedio alle storture della riforma Fornero, quella riguardante gli esodati, le lavoratrici con l’opzione donna per passare poi ai precoci e a tutti coloro i quali si sono visti negare il diritto al pensionamento a causa dei rigidi criteri di accesso. Abbassare l’età di accesso alla pensione e reintrodurre una vera flessibilità in uscita dovrebbero rappresentare una priorità per il Governo se consideriamo che tali interventi in ultimo favorirebbero il turn over e quindi un incremento dell’occupazione giovanile. Riteniamo che la stabilità dei conti e la formula dell’ “impatto zero” sul bilancio dell’INPS non possano e non debbano essere gli unici principi guida dell’azione statale sul tema delle pensioni.