Il Direttore del Parco Nazionale del Pollino, Gerardo Travaglio, ha disposto il divieto temporaneo di arrampicata sportiva e alpinismo nel territorio del Parco, al fine di salvaguardare specie rupicole, vegetali ed animali, di particolare interesse conservazionistico potenzialmente minacciate da tali attività sportive. Il Parco del Pollino, interamente compreso in due grandi ZPS (zone tutelate a livello comunitario per la presenza di specie di uccelli di particolare valore internazionale), ospita diverse specie di uccelli legate indissolubilmente, soprattutto per la riproduzione, alle pareti rocciose. Come l’Avvoltoio grifone, recentemente reintrodotto nella stessa area protetta, l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il sempre più raro Capovaccaio, che ogni anno fa la sua comparsa nel Parco Nazionale senza più riuscire a riprodursi, anche a causa del disturbo diretto ai siti potenzialmente idonei alla nidificazione.
“Le scalate e le arrampicate rappresentano una delle prime cause di fallimento della riproduzione di specie rupicole e necessitano di adeguata regolamentazione, anche in base al Decreto del 17 Ottobre 2007 sui “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)” spiegano Salvatore Salerno delegato Altura – Calabria, Roberto Santopaolo coordinatore regionale Lipu Calabria e Salvatore Urso Legale rappresentante Stazione Ornitologica Calabrese. Le associazioni ambientaliste chiedono quindi agli organi dell’ Ente Parco che alla nota del Direttore segua una proficua concertazione tra enti e istituti direttamente interessati al tema “arrampicate”, al fine di redigere al più presto un provvedimento riportante l’elenco dei siti in cui svolgere le suddette attività sportive senza recar danno alle specie selvatiche più rare e significative del Parco Nazionale.