“L’iniziativa di Alberto Statti, presidente della Confagricoltura Calabria, di lanciare attraverso i media il ‘Doc Calabria’ non è stata concordata con le sezioni vitivinicole provinciali. Il Presidente della sezione vitivinicola di Crotone e i maggiori produttori del Cirò Doc ne sono all’oscuro e sicuramente non porta a loro vantaggio, al contrario questa omologazione può portare vantaggio solo e sicuramente a chi possiede vigneti fuori dai territori Doc” è quanto affermano Salvatore Caparra e Giuseppe Siciliani, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’omonima cantina cirotana.
“La Caparra e Siciliani – continua la nota – si oppone a questo processo che a noi appare involutivo perché mentre le altre regioni valorizzano le diversità tra le DOC e le caratteristiche dei vitigni autoctoni, il presidente Statti tende ad omologarle. Noi riteniamo che, al contrario, sia giunto il momento di creare la DOCG e di lanciare nel mondo il nostro antico vitigno Gaglioppo attraverso un progetto di comunicazione. Le omologazioni dei vitigni, dei metodi di produzione, di lavorazione e dei brand non ci convince. E soprattutto la Doc Cirò tra le più antiche d’Italia non può certo diventare una sottozona della Doc Calabria, né consentire che il Vitigno Gaglioppo, ricco di 2000 anni di storia ,sia omologato a vitigni anonimi che alcuni, per mere ragioni economiche, e solo perché non hanno vitigni nei comprensori della Doc, tendono ad avallare. Oltre a ciò la Doc Calabria sarebbe un grande danno per i viticultori perché anche il mercato degli acquirenti delle uve tenderebbe a scomparire. La Caparra & Siciliani, qualora si dovesse realizzare la Doc Calabria, essendo in forte dissenso con la Confragricoltura regionale, prenderebbe in considerazione di abbandonare con le sue aziende agricole e con le altre aziende vinicole del comprensorio l’ Associazione Confagricoltura poiché non si sentirebbe più tutelata come è stato nel passato”.
Qualche anno fa il consorzio di tutela del Cirò Melissa DOC HA Cambiato il disciplinare per la priduzione del nostro vino Cirò.oggi il Cirò viene prodotto con 80% di Gaglioppo 10% di vitigni autoctoni 10% di vitigni internazionali . addirittura viene autorizzato l’imbottigliamento fuori dalla zona di produzione.quindi un vino non più legato al territorio e non più “riconoscibile ora di che si lagnano ?
BISOGNA VALORIZZARE LA NOSTRA DOC E NON CONSENTIRE A CHI NON NE CAPISCE O INTENDE VALORIZZARE ALTRE ZONE DELLA CALABRIA, LASCIANDO COME SEPMRE AI MARGINI DELL’INVIVIBILTA’ LA NOSTRA ZONA, OLTRE AL PREZIOSO CIRO’, L’USO DELL’ELISOCCORSO, LA FAMIGERATA 106 ED ALTRO.