E’ finalmente tornata a disposizione della comunità la Chiesa di Sant’Elia (ex Sala Don Bosco) sottoposta dal 2015 ad una importante opera di restauro, costati 40mila euro (finanziati in parti uguali dalla Curia Arcivescovile di Crotone e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania) ed eseguiti dall’Impresa Edil Restauri Srl di Cotronei. La cerimonia del taglio del nastro si è svolta giovedì 12 maggio, alla presenza, tra gli altri, del Sindaco di Crucoli, Domenico Vulcano, degli assessori Franco Cantelmo e Carmine Amantea, del parroco Don Matteo Giacobbe, del Vicario Episcopale di Crotone, Padre Edoardo Caruso, oltre ai tecnici ed esperti che hanno seguito tutta l’opera di restauro.
Dal progettista e direttore dei lavori, arch. Pietro Panza, dell’Uffici o tecnico Comunale, al consulente tecnico, arch. Antonio Amodeo (Presidente dell’ordine provinciale degli architetti), al direttore scientifico per conto della Soprintendenza alle Belle Arti, Pasquale Lopetrone, all’arch. Luigi Renzo che ha eseguito i rilievi tecnici. Molti i cittadini presenti, che hanno ascoltato con attenzione i vari interventi ed ammirato con estremo interesse i lavori di riqualificazione interna realizzati in questi mesi, grazie anche ad una cospicua sinergia sviluppatasi tra i vari enti e la Curia. Una sinergia per la quale lo stesso Don Matteo si è auspicato un prosieguo fruttuoso, così come il primo cittadino Vulcano ne ha ribadito la necessità, ringraziando particolarmente la Soprintendenza per l’attenzione e gli interventi tenuti verso il nostro territorio. Poi la parte più prettamente tecnica, con l’ausilio di immagini proiettate su uno schermo, da parte di Amodeo, che ha illustrato le varie fasi dei lavori, e di Lopetrone che si è invece soffermato sugli aspetti prettamente architettonici della struttura.
Al di sotto della quale, in posizione quasi centrale, durante i lavori è stata rinvenuta quella che dovrebbe trattarsi di una tomba nobiliare (da qui l’ipotesi che la chiesetta inizialmente si potesse trattare di una cappella gentilizia fatta erigere in onore del defunto) ora visibile grazie ad una spessa lastra di vetro interamente calpestabile. Secondo gli esperti, doveva comunque trattarsi di una antica chiesetta, anche alla luce del suo orientamento (sulla retta est-ovest), risalente al periodo tra la fine del XI° e l’inizio del XII° secolo e dotata di quattro tra altari e cappelle, più bassa di circa un metro e mezzo rispetto all’altezza attuale. Ora rimangono altri interventi, per i quali c’è comunque l’impegno di tutti i soggetti finora partecipi, sia per la parte esterna, più volte modificata nel tempo, sia per ripristinare l’ingresso principale che attualmente è ostruito da un muro.