Nel 2015 vivevano in povertà assoluta in Italia 1 milione e 582 mila famiglie, pari a 4 milioni e 598 mila, il numero più alto dal 2005. Lo comunica l’Istat, sottolineando che l’incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie, con variazioni annuali statisticamente non significative. Questo andamento nel corso dell’ultimo anno, spiega ancora l’istituto di statistica, si deve principalmente all’aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie con 4 componenti, soprattutto coppie con 2 figli e tra le famiglie di soli stranieri, in media più numerose.
Tra le persone coinvolte 2 milioni 277 mila sono donne, 1 milione 131 mila sono minori, 1 milione 13 mila hanno un’eta’ compresa tra 18 e 34 anni e 538 mila sono anziani. L’incidenza della povertà assoluta aumenta al Nord sia in termini di famiglie sia di persone soprattutto per l’ampliarsi del fenomeno tra le famiglie di soli stranieri. Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono nei comuni centro di area metropolitana e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età. Nel dettaglio territoriale, Lombardia (4,6%), Emilia Romagna (4,8), Veneto (4,9%) e Toscana (5,0%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà relativa. Ad eccezione dell’Abruzzo (11,2%), che mostra un valore dell’incidenza non statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese; le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (28,2%) e Sicilia (25,3%). “È quella descritta – ha detto il goverantore Mario Oliverio – una condizione grave, frutto di anni di squilibrate politiche economiche e di mancanza di politiche di inclusione sul piano sociale”.