La tranquillità di una mattina soleggiata a Crotone, è stata turbata sabato scorso da una paurosa rapina con uso di armi in un noto bar in pieno centro. Erano le 13.00 del 24 settembre quando un uomo a viso scoperto ha fatto irruzione nel bar-pasticceria e brandendo una pistola si è fatto consegnare quanto detenuto in cassa, poco meno di 100 euro, seminando il panico all’interno del locale. Momenti di paura si sono consumati anche fuori dal locale, poiché visto l’orario, la zona era particolarmente frequentata da donne al rientro dalla spesa e da genitori che erano andati a prendere i propri figli a scuola. Il rapinatore intanto, pistola alla mano, si dileguava a piedi, tra lo scompiglio generale, tra i vicoli adiacenti. Il proprietario del bar, un signore di 83 anni, riavutosi da un primo e comprensibile momento di paura, appena compreso che il rapinatore si era definitivamente allontanato, ha subito chiamato il 112 dando le prime indicazioni necessarie.
LE RICERCHE – La Centrale Operativa del Comando Provinciale immediatamente disponeva dei posti di controllo nelle arterie stradali intorno la zona della rapina, non mancando di inviare pattuglie presso la Stazione Ferroviaria e dei Bus. Sul posto della rapina si precipitavano i carabinieri i quali cominciavano celermente ad effettuare le attività proprie di polizia giudiziaria, ovvero sopralluogo e repertamento prove, escussioni testimoniali ed estrapolazioni di immagini da circuiti di videoregistrazione. Dopo poco meno di 40 minuti dal compimento della rapina si faceva il punto della situazione sui dati acquisiti in merito all’accaduto: si cercava un uomo bianco, con accento locale, alto e magro, moro e con alcuni tatuaggi molto particolari su braccia e mani.
I TATUAGGI – Su questa base investigativa si cercava di associare alla descrizione del rapinatore, un volto ed un nome: a tal fine alcuni immagini di una telecamera di sicurezza venivano estrapolate, e mostrate a tutti i Carabinieri della città Pitagorica per cercar di risalire al nome. Contemporaneamente alcuni investigatori cercavano di ricavare da un database in uso all’Arma, l’identità del soggetto partendo proprio dai tatuaggi. In pratica l’applicativo informatico utilizzato dai militari, collegato ad una banca dati dell’Arma, fornisce una serie di nominativi di pregiudicati, già arrestati, in merito alla descrizione dei tatuaggi e del relativo posizionamento sul corpo umano. Entrambi gli espedienti davano la medesima risposta: A.F., 32 anni pluripregiudicato. Tanto l’applicativo informatico, quanto la buona memoria di un Maresciallo della Stazione avevano fatto in modo che il rapinatore fosse ben presto individuato.
L’ARRESTO – Scattavano quindi le ricerche presso i domicili noti del catturando, ovvero quello dei genitori e di alcuni zii: l’uomo tuttavia da tempo ha uno stile di vita particolarmente quantomeno sregolato per cui si è dovuto far convergere tutto il dispositivo di pattuglie sui quartieri Trecento alloggi e Fondo Gesù, ove qualche ora dopo veniva rintracciato e fermato. Portato in Caserma, a seguito di ulteriori accertamenti svolti analizzando proprio i tatuaggi ritratti nelle immagini delle telecamere e quelli dell’uomo, avuta l’assoluta certezza dell’identità dell’autore della rapina, i Carabinieri lo dichiaravano in arresto. L’uomo che nel frattempo per non essere riconosciuto si era cambiato e ha occultato la pistola, tuttora oggetto di ulteriori ricerche, veniva quindi tradotto presso la Casa Circondariale di Crotone, su disposizione del Sostituto Procuratore, dott. Alessandro Riello che segue la vicenda.