Una nota di Salvatore Pane Presidente Centro Culturale “Enrico Mastracchi”. Tale crisi è accentuata anche e soprattutto dalla precarietà del sistema infrastrutturale e della rete dei trasporti, tornati indietro di parecchi decenni, con la perdita di alcuni significativi mezzi di mobilità. Le generazioni di mezzo ricordano, certamente, la suggestiva littorina della “Calabro-Lucana”, che partiva dall’attuale Corso Mazzini e collegava Crotone con i paesi dell’entroterra e della presila. I lunghi treni delle “Ferrovie dello Stato”, che collegavano l’antico Marchesato con la Capitale ed il famoso triangolo industriale (Torino-Milano-Genova), mentre oggi è chiusa persino la stazione. Il porto che, a pieno ritmo, movimentava, attraverso la numerosa “Compagnia dei lavoratori portuali”, merci e materie prime ed aveva anche un collegamento di una condotta sospesa che, partendo dal molo, arrivava fin dentro le fabbriche Montecatini e Pertusola; mentre oggi, di tanto in tanto, ospita qualche nave da crociera, ma ha perso l’ingente traffico commerciale e, persino, l’autonomia di gestione, con l’accorpamento all’Autorità portuale di Gioia Tauro. La Strada Statale 106 ed in particolare il tronco crotonese è abbandonato a se stesso, come ci ricorda il tenace Nando Amoruso con le sue continue manifestazioni di protesta, mentre rimane stabile solo il collegamento con Cosenza, attraverso la S.S. 107, grazie all’opera di Giacomo Mancini, l’unico Ministro della Repubblica che abbia lasciato un segno indelebile nel crotonese ed in Calabria. L’originario aeroporto militare di S. Anna, integrato prima e sostituito poi con i primi voli civili della compagnia Itavia, inabissatasi con la tragedia di Ustica; aeroporto che ha visto, successivamente, svanire fra le nuvole anche la prospettiva di base logistica degli aerei Nato F16. Diversi i tentativi di riapertura della pista e diverse le compagnie aeree, che, per effetto degli oneri di servizio, hanno atterrato e decollato dallo scalo S. Anna, fra cui la stessa compagnia di bandiera Alitalia. Ma è con Ryanair che si realizza un effettivo rilancio dell’aeroporto, facendo uscire dall’isolamento il nostro territorio, con i collegamenti diretti per Roma, Pisa e Bergamo e quelli indiretti con il resto del mondo. La gente, grazie alle tariffe low cost praticate dalla compagnia, sempre più numerosa utilizza l’aereo quale mezzo di trasporto, conseguendo il primato nazionale dell’incremento del numero di passeggeri. Il “Pitagora” non è solo l’aeroporto della provincia di Crotone, ma anche di parte delle province di Catanzaro e Cosenza, confermando l’importanza di una tale infrastruttura al servizio di un’area interprovinciale al centro della Calabria. Tutto ciò, però, non basta perché Ryanair, che, pure incassa il ritiro del Decreto del Governo sull’aumento della tassa sui singoli biglietti aerei, grazie anche alla mobilitazione sul web e in altre sedi dei cittadini crotonesi, dal 30 ottobre cessa i voli da e per Crotone e, addirittura, la curatela fallimentare, anzitempo, comunica all’Enac la cessazione di ogni attività sullo scalo crotonese. Purtroppo, da diversi anni, una visione distorta, da parte di istituzioni e soggetti vari, concepisce la società di gestione dell’aeroporto alla stessa stregua dei vari enti inutili e carrozzoni politico-clientelari e non già come fondamentale infrastruttura sul territorio, da gestire con spiccate competenze e professionalità, per assicurarne lo sviluppo e la continuità. Il risultato disastroso è sotto gli occhi di tutti, compresi quelli della Magistratura, con il fallimento della società di gestione, che fà perdere credibilità nei confronti degli interlocutori istituzionali ed imprenditoriali, dando, così, avvio alla curatela fallimentare ed al conseguente esercizio provvisorio, prorogato dal Tribunale fino allo scorso 31 ottobre. Sorgono naturali alcuni interrogativi : – Perché non è stata richiesta per tempo la proroga dell’esercizio provvisorio? – Perché Ryanair, che pure ha conseguito su Crotone il record di incremento del numero dei passeggeri ed ottenuto il ritiro del contestato Decreto governativo, non parla più di ripresa dei voli da e per Crotone? – Perché la Regione ha incontrato il Ministro Delrio, in questi giorni, bloccando il disimpegno di Alitalia sull’aeroporto di Reggio Calabria e non si è fatto cenno all’aeroporto di Crotone? – Quale regia sta dietro al bando per la concessione dell’aeroporto e quale futuro si prospetta per lo scalo crotonese? – Perché le istituzioni si sono mobilitate dopo e non prima per impedire la chiusura dell’aeroporto di Crotone? Le risposte potrebbero venire da una classe dirigente unita, a difesa di un interesse comune, e non procedere divisi ed in ordine sparso, con la rappresentazione di un’armata Brancaleone, come verificatosi con la convocazione separata dei consigli comunali aperti di Crotone e Isola C.R. nello stesso giorno ed in contrapposizione!! La Regione, i Sindaci del territorio interprovinciale interessato, la deputazione regionale e nazionale, la Sottosegretaria crotonese del Governo Renzi convochino una sorta di Stati Generali, per individuare un percorso comune che porti alla riapertura, senza interruzioni, dell’aeroporto di Crotone, per non lasciare a terra e riportare nell’isolamento un intero territorio.