Questo è quanto si legge nel comunicato stampa diffuso dal presidente dell’Associazione, Indipendentemente, Cataldo Filippelli. Già dal lontano 2010, anno della nascita di IndipendenteMente, abbiamo riproposto periodicamente, sulla stampa e sui social, il dibattito intorno all’Unione dei Comuni ed a tal proposito abbiamo lanciato perfino un sondaggio popolare on line i cui esiti, sfavorevoli all’Unione intesa come “fusione” dei Comuni, sono ancora visibili sul nostro sito. A distanza di anni, noi di I’M, siamo ancora convinti che i tempi per una Unione dei Comuni, intesa come fusione vera e propria dei Comuni, non siano assolutamente maturi e che quindi , continuando a percorrere questa stata, ci si vada a cacciare in un’aporia.
Cio’ nonostante, accogliamo con entusiasmo lo spunto datoci dal dirigente del Pd, Giuseppe dell’Aquila, cui va comunque il merito di dare una sferzata a quelle forze sociali e politiche locali particolarmente letargiche sul tema, per poter sintetizzare, ancora una volta ed in maniera chiarificante, il nostro pensiero.
L’Unione dei Comuni che da anni noi di I’M propugniamo non è la fusione di due o piu’ Comuni, ma è un nuovo ente o meglio un’associazione tra comuni (per come la definisce la Corte Costituzionale), dotato di autonomia statutaria, disciplinato dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267[1], che recepisce la legge 3 agosto 1999, n. 265, in particolare dall’articolo 32.
Essa è dunque cosa completamente diversa dall’Unione di cui parla l’amico Dell’Aquila, il quale sembra riferirsi all’art.15 del TUEL, norma che disciplina la fusione vera e propria tra Comuni.
Questo nuovo Ente, che potrebbe essere costituito tra i comuni limitrofi di Cirò Marina, Ciro’, Crucoli e Melissa e che potrebbe chiamarsi “Unione dei Comuni della Magna Grecia”, avrebbe il fine di esercitare congiuntamente alcune funzioni e servizi di competenza comunale, ottimizzandone l’efficienza, l’efficacia e l’economicità a vantaggio delle casse comunali con conseguenti ricadute benefiche sui servizi al cittadino anche in termini di abbattimento delle tasse e delle tariffe comunali. L’Unione beneficerebbe ,inoltre, di un contributo statale ordinario ed avrebbe autonomamente accesso ai bandi regionali, nazionali e comunitari, con la possibilità concreta di catalizzare nuove risorse economiche a beneficio dei comuni associati. Non bisogna poi trascurare il valore aggiunto che potrebbe essere apportato dal processo di “brand dissemination” legao al nome che si vorrà dare all’Unione e che, se ben pianificato ed inquadrato in un piano di marketing territoriale serio e condiviso, potrebbe consentire ai territori di ripartire con una marcia in piu’ rispetto alla promozione ed alla valorizzazione dei territori.
Ad onor del vero, va anche rilevato che il risparmio di spesa , una volta realizzata l’Unione, non è un fatto del tutto automatico ma necessita di un grande sforzo da parte dei comuni associati per il trasferimento delle competenze e dei servizi al nuovo Ente. La stessa Corte dei Conti è intervenuta sulla questione rilevando, ai primordi delle Unioni ed in fase sperimentale (2013), le evidenti difficoltà in ordine alla razionalizzazione della spesa a causa dell’alto livello di rigidità delle organizzazioni esistenti.
In questi termini e quindi senza alcuna fusione o perdita d’indipendenza dei comuni coinvolti, riteniamo percorribile ogni dibattito politico. Diversamente continueremo a portare avanti la nostra proposta raccordandoci con chi vorrà starci, senza che si possa parlare di “primogeniture”, vista l’assoluta differenza concettuale del nostro modello di Unione (associazione con indipendenza dei comuni coinvolti ex art. 32) rispetto all’Unione (fusione ex art. 15 del TUELL) con la quale, di tanto in tanto, si sortisce sulla stampa.
Carissimo Comandante Turano,
apprezzo molto la Sua testimonianza perchè richiama alla mente gli anni in cui la crescita sociale e culturale della Città, passava attraverso il dibattito, la discussione, la lotta sociale, il confronto nelle sedi di partito e nelle piazze.
Lei, che grazie anche alla funzione ricoperta in quegli anni, ha acquisito visione e “saggezza” amministrativa, ha giustamente centrato il problema subito.
In effetti, anche noi di I’M abbiamo registrato una certa letargia dei Sindaci verso l’argomento. Di fatti, abbiamo invitato piu’ volte i Sindaci alla discussione ma senza esito, proprio come avvenne nel 2003.
Ritengo pero’ importante che se ne parli, che i partiti e le altre forze politiche sposino la discussione insieme ai Sindaci, anche soltanto per prendere atto che in 13 anni nulla è cambiato.
Le sono grato per l’onestà intellettuale con la quale ha voluto ricordare gli uomini che hanno gettato il “seme” dell’idea che oggi noi di I’M rilanciamo (sotto forma di associazione tra enti e senza perdita di autonomia) e per gli auguri che ricambio cordialmente.
Saluti
Cataldo
Cataldo, carissimo, quello che vanno predicando oggi, il tuo papà ed io, in anni non sospetti, ci siamo fatti carico del problema che si appalesa, oggi, quanto mai necessario. Correva l’anno 2003,
se ben ricordo e tuo padre, allora impegnato a Roma, mi diede incarico di preparare una bozza di regolamento. Cosa che feci con sollecitudine, ma . . . convocati i Sigg. Sindaci dei comuni confinanti gli stessi hanno dichiarato forfait. Devo dare atto, quindi, che tuo padre è stato uno dei primi, se non il primo, a porre il problema. Tanto dovevo per onestà e per chiarezza. Ti auguro ogni bene ed una splendida carriera. Stanislao.