L’XI edizione del Presepe Vivente ha avuto come obiettivo quello di rappresentare la natività, ed il suo unico scopo quello di valorizzare il patrimonio storico del territorio ed in particolare quello del Castello. Per qualche ora le mura del Castello di Strongoli hanno riproposto la notte magica per eccellenza che a Betlemme vide la nascita di Gesù. Il maniero ha riaperto al pubblico in un’occasione speciale: al suo interno gli antichi mestieri, la Natività che a Betlemme che da sempre è nei cuori dei fedeli. Circa 250 attori non professionisti, decine di comparse hanno segnato il ritorno di tante persone in un luogo ricordato con affetto, il Castello, che per gli Strongolesi, per anni è stato casa, scuola, ricordi. Valorizzare una ricchezza del territorio, archeologico, condividere e riunire il paese intorno ad un avvenimento è stato un obiettivo raggiunto grazie al lavoro delle scuole, delle Parrocchie, delle Associazioni, della Pro Loco di Strongoli, e del supporto dell’Amministrazione comunale.
Il Castello , ricostruito da Giustiniano nel 538 d.c., si è vestito della luce delle fiaccole e delle lucerne; nelle stanze e nel cortile, sono state allestite scene in cui, adulti e bambini, si sono mossi come gli artigiani di una volta, ritornati a rompere il silenzio con suoni, voci, ed allegria; Erode si è mostrato in tutto il suo lusso; soldati hanno vigilato sul vecchio selciato, che ha sostituito il ponte levatoio; i Re Magi sono arrivati a cavallo per portare i loro doni al Bambinello, che è nato nella mangiatoia, posta sotto uno degli archi del cortile. Sul terrapieno pastori e pecore, attorno al fuoco, hanno contribuito a far rivivere l’incanto della Notte Santa, in un ambiente semplice, genuino e fiabesco. De Tursi Giuseppe e Teresa Perri hanno rappresentato Giuseppe e Maria nella grotta con il piccolo Antonio Pio De Tursi nelle vesti di Gesù. Dopo un’ora e mezza sono stati sostituiti da Alessandra ed Amedeo Codispoti (Maria e Giuseppe) e dal piccolo Francesco Milelli (Gesù). Il castello, era chiuso da anni per consentire i lavori di restauro e molti, soprattutto i giovani, non sono mai entrati in questa struttura, che racchiude una parte della storia di Strongoli.
In questa occasione il grande portone è stati spalancato e tutti sono entrati per ammirare il nuovo aspetto del castello: per gli anziani è stato emozionante rivisitare e ritrovare un luogo con cui in passato, hanno avuto un rapporto familiare ed affettivo (nel castello anni fa sono vissute famiglie, e molti hanno frequentato le scuole), per i giovani è stata un’occasione per conoscere questo reperto del patrimonio storico-artistico- culturale. Nel corso del Presepe Vivente hanno trovano posto nel Castello i mestieri antichi: il fabbro, i falegnami, i commercianti. Menzione speciale per un gruppo di rifugiati del Pakistan, ospiti del centro SPRAR di San Nicola dell’Alto che dalle loro mani hanno prodotto il pane della notte dei tempi. Il Presepe Vivente ha chiuso le manifestazioni degli eventi di Castellaria Strongolese, un programma che ha avuto come unico scopo quello di valorizzare il patrimonio storico del territorio ed in particolare quello del Castello. All’interno del Presepe Vivente è stato presente anche la realizzazione di Gennaro LeRose, artigiano strongolese, che ha esposto il Castello di Strongoli.
CENNI STORICI RESTAURO CASTELLO- La manifestazione del Presepe Vivente è stata preceduta anche da una breve cerimonia di benvenuto, con il classico taglio del nastro da parte del sindaco Michele Laurenzano. Ricordiamo che il Castello di Strongoli è stato oggetto di importanti interventi di recupero iniziati nel 2003/2004 con l’inserimento nel progetto Oreste, elaborato dalla Regione Calabria per il recupero dei centri storici di 12 “Comuni-immagine” della Calabria. Tra questi comuni-immagine rientrarono per la provincia di Crotone solo Strongoli e Santa Severina. Oreste, acronimo di Osservatorio regionale studi territoriali, è stato caldeggiato dall’allora ex assessore Regionale Dionisio Gallo, strongolese di nascita, ed ha avuto come scopo quello di mettere in rete i comuni ed aprire le porte della storia con la realizzazione, nei 12 Comuni-immagine, di piazze, monumenti, chiese, strade e altre infrastrutture. I Dodici comuni calabresi interessati dal progetto Oreste sono stati: Altomonte, Bova, Gerace, Morano Calabro, Santa Severina, Serra San Bruno, Squillace, Stilo, Strongoli, Taverna, Tiriolo, e Tropea. Grazie a quell’intuito Strongoli ha cambiato aspetto ed oggi, grazie alla riapertura del Castello e del rifacimento delle strade storiche può essere annoverato tra i borghi meritevoli e capaci di far cambiare volto ad una cittadina con grandi tradizioni storiche; Dal 2003 i sindaci che hanno seguito questo intervento sono stati Amedeo Codispoti, Luigi Arrighi, Michele Laurenzano, intervallati anche dai Commissari Prefettizi.
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