La salute è un diritto, e noi vogliamo poter vivere e morire a Crotone…
Non possiamo restare con le mani in mano.
Non possiamo continuare a far finta di nulla.
Non possiamo lasciare che una parte della nostra società, del nostro tessuto sociale, imprenditoriale e lavorativo, venga isolato e abbandonato al suo destino.
Soprattutto quando la causa dominante e scatenante della protesta pubblica permanente della proprietà e dei dipendenti del Marrelli Hospital si chiama SALUTE.
In qualità di cittadino e di consigliere comunale, non sono e non posso restare insensibile a quanto sta accadendo, a prescindere dalle motivazioni, personali, legislative o politiche, che hanno purtroppo determinato questo spiacevole stato di cose.
Restano però i fatti inconfutabili, e la dura e dolorosa realtà con la quale ci incontriamo e scontriamo quotidianamente: la perenne e impari lotta contro le patologie tumorali, già di per se devastanti e destabilizzanti.
Se poi a tutto ciò aggiungiamo il gravissimo disagio di dover molto spesso emigrare, anche per un semplice e specifico esame, per non andare oltre, allora dovremmo avere tutti il dovere morale di essere convintamente vicini a chi sta lottando per una giusta causa, per il proprio territorio, per la nostra salute, per decine di persone che potrebbero perdere il lavoro.
Che vogliamo fare, continuare a perdere tutto ed in silenzio?
Come facciamo ad augurare ed augurarci la salute, quando ce la stanno togliendo da sotto il naso, dopo averci già privato di strutture essenziali come la ferrovia e l’aeroporto?
È mai possibile che il destino dei crotonesi è sempre e soltanto quello di emigrare?
Riflettiamo, parliamo, incontriamoci, reagiamo tutti insieme.
Perché quello alla salute dovrebbe essere un diritto sacrosanto, ma se cosi non è allora, non permettiamo che ci venga tolto anche quello di vivere.
Poter vivere e morire, ma a Crotone.