Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, i FLAG (Fisheries Local Action Groups) puntino subito sulla cooperazione transnazionale e sulla circolarità delle informazioni. – Nuova programmazione, la sfida è quella di mantenere il passo e di superare i risultati conseguiti dai Gruppi di Azione Costiera (GAC). Rafforzare trasparenza, comunicazione interna sui risultati tra i diversi FLAG. Misurare l’andamento di spesa certificato e la tangibile ricaduta territoriale dei progetti. – L’Autorità di Gestione del FEAMP (2014-2020) si complimenta con la Calabria per aver speso bene la somma assegnata e per la qualità della spesa. – È quanto è emerso dal tavolo tecnico, promosso dalla Direzione Generale della Pesca e dalla Regione Sicilia tenutosi nei giorni scorsi a MONDELLO (Palermo).
All’incontro, ospitato allo Splendid Hotel La Torre, al quale hanno partecipato le regioni del Sud nelle quali sono stati selezionati i FLAG (SICILIA, BASILICATA, CALABRIA e CAMPANIA), sono intervenuti, tra gli altri, Salvatore BENVENUTO, direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura (PEMAC) e autorità di gestione FEAMP del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), Carlo RICCI del FARNET Bruxelles (assistenza tecnica a supporto del MIPAAF), Maurizio TORDONI dell’autorità di gestione – Priorità 4 dell’UE (sviluppo sostenibile delle zone di pesca), Adriano ANTINELLI (FARNET) e Dario CARTABELLOTTA, dirigente pesca mediterranea Regione Sicilia. – La delegazione calabrese era rappresentata da Cosimo CARIDI, dirigente regionale del dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari e dai due presidenti dei due FLAG calabresi selezionati: Cataldo MINÒ, presidente del FLAG Ionio 1 Borghi Marinari dello Ionio e Gabriella LUCIANI, presidente del Flag Tirreno 1 La Perla dello Ionio. – Obiettivo dell’iniziativa era quello di avviare sin da subito un confronto sulle criticità evidenziate nella passata programmazione per i GAC e presentare alle regioni meridionali uno schema di convenzione.
Fino ad oggi – ha detto BENVENUTO – l’Italia ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissata. Diventa strategico per i nuovi FLAG puntare subito sulla cooperazione transnazionale. – È fondamentale – ha ribadito TORDONI – la collaborazione con l’Autorità di Gestione sulla condivisione dei dati per capire lo stato di avanzamento sui territori delle strategie avviate (rispettando le scadenze e certificando secondo precise percentuali la spesa). La valutazione della qualità della spesa quest’anno sarà discriminante. – Sulla necessità di misurare l’effettiva ricaduta territoriale dei progetti ha insistito anche RICCI, esortando ad evitare gli errori del passato e sottolineando la figura del soggetto capofila e della responsabilità in capo ad ogni regione per i progetti che approva.
CALABRIA PROTAGONISTA NELLA PROGRAMMAZIONE 2016 – Sin da subito – ha spiegato CARIDI – ci siamo dati un metodo: abbiamo istituto una cabina di regia ed ogni mese abbiamo incontrato i GAC. Come Regione abbiamo mantenuto il controllo di ciò che accadeva sui territori interessati. Abbiamo puntato sullo scambio reale tra i territori, anche in termini culturali e di valorizzazione di beni immateriali. Le questioni della pesca sono state affrontate a 360 gradi. Attraverso il Ministero siamo intervenuti su alcune tipologie di pesca che avevano ottenuto una deroga e non ricadevano, quindi, nella nostra area di competenza. Più in generale – ha aggiunto il dirigente regionale – abbiamo riportato la legalità al centro del discorso, insistendo sulla tutela dell’ambiente, del patrimonio marinaro e della stessa libertà e crescita sana in questo settore delicato. Non abbiamo risolto i problemi della pesca in Calabria – ha concluso CARIDI – ma dalla protesta sterile e ripetuta delle mogli e delle madri dei pescatori siamo passati a piccoli progressi che implicano un diverso approccio culturale, politico ed anche economico. – Insieme a tutti gli altri GAC calabresi – ha ricordato MINÒ – attraverso una utilissima tappa di formazione in GALIZIA, abbiamo avuto modo di far sperimentare, ai nostri pescatori, tecniche innovative di pesca a basso impatto ambientale e con risultati migliori rispetto alle tecniche tradizioni, fonte di danno per l’ambiente e per il ripopolamento marino. C’è stato uno scambio di visite tra le marinerie calabresi e galiziane ed al temine dell’esperienza alcuni fra i pescatori calabresi partecipanti hanno deciso di acquistare gli stessi strumenti di pesca studiati in Spagna per replicarne in loco metodi e risultati, che sono stati ottimi – ha chiosato – nonostante i limiti paradossali imposti (una sola quota per Calabria e Sicilia) sul nostro tonno rosso che viene pescato qui da altri Paesi e portato a Malta per essere ingrassato ed alimentare il mercato internazionale.