Mentre ancora non è stata “tombata” la discarica di Campolescio nel Comune di Castrovillari un rinnovato (un tentativo era già stato fatto nel 2009 ed era stato bloccato con una forte mobilitazione) ed incombente pericolo si aggira nel cuore del Distretto Agroalimentare di qualità della Sibaritide in contrada Cammarata. “E’ una ennesima aggressione viste anche le quantità – riferisce Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – e c’è da ritenere che il comparto agro-alimentare di Cammarata, sia un incomodo a vantaggio dei rifiuti”. Quasi alla chetichella e senza opportune comunicazioni sulla consapevolezza dell’opinione pubblica e organizzazione di eventi di informazione/discussione con autorità e cittadini sul Burc della Regione Calabria è stato pubblicato il progetto presentato alla Regione- Assessorato Ambiente, dalla ditta “Ecologica Sud” per ottenere l’autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) di una piattaforma per il trattamento, la valorizzazione e lo smaltimento di rifiuti non pericolosi. Vale allora la pena ricordare alcuni dati riferiti al progetto. I rifiuti giungeranno da quattro Regioni (Calabria, Campania, Puglia e Basilicata) saranno 402.500 tonnellate all’anno. “La quantità che arriverà – sottolinea Molinaro – è pari a cento volte la produzione di rifiuti di Castrovillari al netto della raccolta differenziata e tra le sostanze chimiche utilizzate per il trattamento chimico-fisico dei rifiuti liquidi vi sono: acido solforico, soda caustica, sale di ferro dell’acido cloridrico, acqua ossigenata, polielettrolita, calce per un totale di 653 t/anno; l’impianto dovrebbe produrre oltre 17.000 tonnellate all’anno di rifiuti da smaltire (oltre 4 volte i rifiuti di Castrovillari,). I prodotti ottenuti dal trattamento comprendono ceneri pesanti, scorie e polveri, rifiuti della pirolisi e polveri leggere derivanti dall’impianto di trattamento fumi smaltite esternamente al sito, presso ditte terze autorizzate. La portata giornaliera di ceneri pesanti, scorie e polveri prodotte dall’impianto è di circa 27,10 t/giorno. Tra i rifiuti trattati vi sono: percolato di discarica, scarti e fanghi di macellazione, fanghi di varia natura e origine tra cui quelli dele fosse settiche, rifiuti da pulizia fogne.. L’area interessata al progetto è di circa 23.100 mq(più grande di 3 campi di calcio). Quantità di acqua necessaria (all’anno) 172.145 mc/anno Le acque in uscita dall’impianto, sono destinate alle acque delle falde presenti nell’area , utilizzate in genere per irrigazione e abbeveramento o al trattamento in altri impianti. Rischi di impatto sulle matrici ambientali si avrebbero per l’aria, le acque superficiali, acque sotterranee, suolo, sottosuolo assetto idro-geomorfologico. Nella relazione, vengono evidenziati solo alcuni impatti negativi legati alle attività di progetto e cioè che lo stoccaggio dei rifiuti comporta, indubbiamente una rottura del profilo paesaggistico, durante il processo di stoccaggio dei rifiuti si può avere la proliferazione di insetti e roditori e durante la movimentazione dei rifiuti si ha la formazione di polveri e la generazione di rumore. “E’ evidente – commenta Molinaro – che tutto questo stona e stride fortemente con la vocazione agricola e agroalimentare di questo territorio certificata proprio dal Distretto Agroalimentare di Qualità.. Il progetto non può andare avanti altrimenti non è difficile prevedere che una nuova, e grave emergenza sia alle porte con il rischio di snaturare e annullare gli sforzi delle aziende agricole e agroalimentari oltre a compromettere irrimediabilmente il paesaggio ed ad incidere sulla qualità della vita dei cittadini. Chiediamo coerenza al Presidente della Regione Mario Oliverio e all’assessore all’ambiente scelte coerenti per non disattendere tra l’altro l’impegno a fare della Calabria una regione di eccellenza ambientale e agroalimentare.