Mi fermo un attimo e pongo quaestio: questa gente quando pensa di desistere dal potere? Quando cambieranno realmente le facce vili che ambiscono solo ai propri interessi piuttosto che al bene del territorio? Quando il pensiero politico, di costrutto, e servizio alla gente prenderà le redini del cambiamento?
La Calabria affossata dall’immobilismo, schiacciata da devastanti trincee familiari-ste, con il primato della disoccupazione giovanile – 58,7% dati Eurostat 2016 – servizi pubblici praticamente inesistenti, viabilità diroccata, sanità annientata, sviluppo economico lasciato alla buona volontà dei coraggiosi che, in mille difficoltà, si inventano impresa di lavoro, e a questi, solo a questi andrebbe tributo più alto. La Provincia di Crotone in particolare, praticamente sprofondata nei disservizi, lasciata perire e con non tanto nascosti desideri di eliminarla. E di cosa si sta parlando, quali sono le iniziative per cercare di risollevare il territorio, in questo stesso frangente? Del cambiamento con i soliti vecchi giochi per detenere poltrona e privilegi. Alla faccia dei Calabresi che sudano il pane quotidiano, che sopravvivono nel territorio amministrato da gente, a partire dalla Regione Calabria, presa dal problema poltrone da preservare. Ergo: si perde tempo nella farsa delle elezioni primarie di una parte politica del Paese, per favorire chi non solo alla Calabria, ma all’Italia tutta ha causato nefasti danni. Legittimo adoperarsi, fa parte della tanto decantata democrazia, ma non sarebbe più legittimo trovare modo di costruire verità sul territorio, analisi dei bisogni reali, impegno per uno sviluppo economico concreto e fattibile, a favore della Calabria tutta?
Quanti anni ci vorranno per superare questo cambiamento allucinato cui si corre dietro?
Perché non credere a una speranza di vita migliore, non fatta da soliti politicanti del potere ma dalle virtuose capacità dei meritevoli? Soprattutto credere a una politica che non segni a vita la poltrona, ma sia a termine di mandato. È vigliacco il perpetrante agire infruttuoso di un mandato politico, di cui si godono però privilegi e vettovaglie varie.
Non val la pena vivere per essere immorali, etica della responsabilità è primaria conditio del fare politico.
Si è stanchi dei sornioni che godono e cavalcano lo stato di bisogno, la non conoscenza, la speranza di un domani migliore della gioventù. L’ambizione è solo di far perdere fiducia nella politica e ridurla a proprio esclusivo retaggio. Quant’anche perdere altro tempo per illudere la gente sulla prospettiva che spalmare la Calabria nel miscuglio delle fusioni sia sistema che soluziona ogni problema del territorio! Ancora si vuol far credere che gli asini, come le pecore, volano!
“Avete taciuto abbastanza. È ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”. (Caterina da Siena L. 16).
Alzati terra mia, non ti fare ingannare da chi solo fumo fino ad oggi ti ha trasmesso, alzati gioventù di sano valore, esisti pure tu e pure tu puoi avere voce. Non ti fare intimidire! Non cadere nelle trappole di fumose elezioni ‘primarie’ che lasciano il tempo che trovano, oltre che far perdere tempo a chi dovrebbe impegnarsi per lo sviluppo della Calabria. Avessero la stessa solerzia per i bisogni della Regione Tutta non ci troveremmo in ginocchio.
Non esiste cambiamento se non si realizzano le cose, esistono coloro che ne parlano illudendo che faranno, simil musei colmi di acari. Da quanto tempo la Calabria aspetta servizio sanitario decente? Strade percorribili, aeroporti e treni in grado di decollare e collegare davvero con il resto del Paese – lasciamo stare il mondo -, da quanto tempo manca il LAVORO, un piano di sviluppo economico serio, l’attenzione ai bisogni della gente?
Calabresi mettetevi dalla parte giusta, quella della capacità di Pensare, del manifestare il dato spirituale che contraddistingue umanamente la vita dell’uomo, date dignità alla dignità e cominciate a dire No a gente che solo ci usa! Dire no è legittimo, soprattutto se non si vedono fatti. E, con Caterina da Siena: “Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutta Italia”. (L. 368).