Il settore dell’agricoltura ha bisogno di agevolazioni non di ulteriori penalizzazioni. Il sensibile aumento dell’importo del canone dovuto dai proprietari terrieri al Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino, è ingiustificato quanto inappropriato. Soprattutto considerato che ad esso non segue alcuna miglioria del servizio, anzi ne corrisponde una grave carenza e soprattutto il mancato pagamento degli stessi addetti alla gestione degli impianti irrigui. Paradossale!
È la denuncia del Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, portavoce delle istanze e proteste di un nutrito gruppo di agricoltori e proprietari terrieri ricadenti nell’area di Scalea e del bacino afferente all’ex Consorzio Valle del Lao.
Nonostante la cartina geografica dei consorzi in Calabria abbia subito notevoli mutazioni e unificazioni, proprio per consentire l’abbattimento dei costi – dice Graziano – assistiamo, invece, non soltanto al significativo aumento delle tariffe, ma anche al mancato pagamento degli operai. Per l’erogazione di un servizio, tra l’altro, che risulta ancora assolutamente inefficiente. Non è pensabile proseguire lungo questa rotta. A maggior ragione in una Regione che, come continuano a raccontare nostro malgrado le cronache nazionali, è esposta a grandi ed incomprensibili inefficiente. L’agricoltura – precisa il Segretario questore – che insieme al turismo dovrebbe costituire il settore trainante della nostra Regione, è oramai in ginocchio. Anche a causa dei cambiamenti climatici e degli eventi atmosferici che negli ultimi anni certamente non hanno contribuito a favorirne la ripresa. Ma se a ciò si aggiunge anche l’aumento dei costi per servizi quasi inesistenti, certamente il risultato è a dir poco fallimentare.
Ecco perché comprendo e condivido a pieno – conclude Graziano – le proteste in atto tra gli agricoltori e i proprietari dei terreni ricadenti nell’area di competenza del Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino. I quali, a fronte dei vertiginosi aumenti (oltre il 30%) che si sono registrati nelle ultime tre annualità sui canoni per l’utilizzo dell’acqua da irrigazione, non vedono corrisposto alcun miglioramento del servizio. Anzi. Non solo con l’aumento delle bollette non si è visto alcun vantaggio né incremento nelle prestazioni ma da quanto risulta il nuovo Consorzio dei Bacini del Tirreno cosentino è in grave ritardo con le spettanze salariali. Dov’è allora il buco nero? Dove si perdono i soldi dei contribuenti? L’auspicio è che sia il Governo che il Dipartimento regionale competente vaglino al più presto una soluzione confacente alle esigenze dei contribuenti e che si riesca a far funzionare in maniera più adeguata la rete dei consorzi calabresi, affinché non sia l’ennesimo e imbarazzante caso calabrese ai quali, purtroppo, siamo ormai assuefatti e abituati.