“L’Assedio di Petelia”, dramma storico in tre atti scritto dal prof. Giovino Iannotta e con musiche originali dei cori del maestro Alfredo Cortese.
L’evento sarà presentato sabato 10 giugno p.v. alle ore 20.30 nella suggestiva cornice di piazza Castello. Si tratta di una ricostruzione dei contesti storico culturali che hanno visto protagonista Petelia nel 209 a. C. in contemporaneità con la 2a Guerra Punica (218-202 a. C.). La parte più importante della storia di Petelia è ricordata con il patto di amicizia con Roma durante le lotte dei Romani contro i Cartaginesi.
In questo contesto storico, si svolge l’incontro tra Caio Megonio, patrono della Città, ed il Consiglio dei Decurioni e dei personaggi più importanti della città, che si occupavano di amministrare e governare il municipio, affinchè si decidesse come fronteggiare l’assedio di Annibale cartaginese. Questi, dopo avere sconfitto i Romani nella disastrosa battaglia di Canne, cercava di conquistare il territorio e le città dei Lucani e dei Bruzi con l’intento di ottenere l’alleanza contro i Romani per facilitare l’eventuale impresa contro Roma.
Molte furono le città che in seguito alla resa si allearono con i Cartaginesi. Quando però si trattò di Petelia, città legata con salda amicizia e giuramento di fedeltà a Roma, la risposta fu di resistenza a tutti i costi.
La decisione è assunta in casa di Caio Megonio dove la maggioranza dei Decurioni si mostra favorevole alla resistenza, contro la volontà della minoranza guidata da Conio e Pellenio, propensi invece ad arrendersi ad Annibale.
La scena dell’incontro sarà ambientata nei pressi del Castello di Strongoli, dove prenderanno parte 13 attori non professionisti.
La rappresentazione avrà l’intento di riportare in vita una parte della storia di Petelia ricostruendo alcune scene per far comprendere in maniera più completa il passato. Le sfaccettature dell’evento saranno presentate nei particolari con attenzione per ciò che riguarda i costumi, le armi, le armature del periodo rappresentato.
Tra le luci soffuse del tramonto si svolgerà il Consiglio dei Decurioni per la decisione di chiedere aiuto a Roma con l’invio del saggio Onata, quale ambasciatore di Petelia, per sconfiggere definitivamente i Cartaginesi. A Roma, il Senato Romano, pur ascoltando la supplica degli ambasciatori petelini con attenzione, alla fine manifesterà il rammarico per non potere soddisfare la richiesta di aiuto a causa della triste condizione della Repubblica dopo la terribile disfatta di Canne e per la necessità di fronteggiare un molto probabile assedio a cui i Cartaginesi si stavano preparando.
I senatori precisarono però che Petelia era prosciolta dal giuramento di fedeltà a Roma e che i Petelini erano liberi di assumere le decisioni che ritenevano più giuste per il bene della città. Nonostante la risposta negativa di Roma, a Petelia non ci si perse d’animo e si continuò con accresciuto coraggio a resistere. La paura e l’ansia dell’assedio si manifestarono anche in un sogno premonitore ad Eusebia, moglie di Caio Megonio.
Con eroico coraggio l’esercito petelino respinse i furiosi attacchi del nemico. Intanto Annibale, vista la precaria situazione delle sue truppe che non riuscirono nell’impresa, si recò personalmente sotto Petelia e decise di tramutare l’assedio in blocco per ottenere la resa per fame e sete della città. Si riunisce il consiglio degli ottimati e all’unanimità, con l’accordo di tutti, plebe compresa, e si decide di radere al suolo Petelia con ogni mezzo, primo fra tutti il fuoco, piuttosto che consegnare la città ad Annibale. L’episodio della distruzione viene narrato da diversi autori latini e Petelia viene ricordata come “fidelis” e “seconda Sagunto” per avere preferito la morte alla soggezione al crudele nemico che conquisterà solo una città distrutta.