Graziano irrompe nel silenzio della vertenza: La Regione verifichi accordi con Eni.
Regole certe e patti chiari per evitare che l’esperienza industriale ultradecennale di Syndial-Eni in Calabria e particolarmente nella provincia di Crotone passi alla storia come una delle più grandi operazione coloniali ai danni del Meridione che ha deturpato e compromesso uno dei territori più belli e prestigiosi del Mezzogiorno. La Regione, dunque, si faccia carico di sollecitare e verificare un’azione di bonifica pervicace che venga effettuata nel rispetto del territorio e della salute pubblica ma che, soprattutto, venga fatta velocemente.

È quanto chiede il Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, in un’interrogazione presentata al Presidente della Giunta regionale in merito alla vertenza Syndial-Eni, già proprietaria e gestore dei complessi industriali ex Pertusola Sud ed ex Montedison di Crotone e responsabile della lunga e persistente campagna di estrazione in mare e su terra di gas che negli anni passati ha interessato i comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina, Cutro, Strongoli, Melissa, Cirò e Crucoli.
Che si sia tratto di un atto di violenza di una delle aree storicamente più prestigiose e più belle della Calabria – continua Graziano – lo si evince dai messaggi pubblicitari che di recente Eni Spa sta facendo passare sui network nazionali. Nei quali parla di investimenti sociali, ambientali e culturali, affiancati alla massiccia e dirompente campagna industriale, nelle aree d’Italia dove la hoolding italiana degli idrocarburi opera. Dalla Sicilia alla Basilicata, passando per il Veneto e la Sardegna finendo all’Emilia Romagna, tranne la Calabria, dove Eni ha sfruttato per anni le risorse del sottosuolo per poi levare le tende lasciandoci però la spazzatura. Questo sulla terra. In mare, invece, continua la sua campagna di estrazione del gas ma senza riconoscere nulla, in termini economici, né alla Regione né ai comuni che continuano a subire l’impatto ambientale delle piattaforme installate a pochi chilometri dalla costa.
Ecco, allora, che – aggiunge il Segretario questore del Consiglio regionale – nel silenzio assordante in cui negli anni si è evoluta questa triste vicenda, che ha registrato, ancora una volta, l’immobilismo di certa politica, è giunto il momento di fare chiarezza e di evitare che gli abusi ai danni di questo territorio possano passare inosservati, così come successo in tante altre situazioni. L’azione di bonifica e risarcitoria di Syndial-Eni non può fermarsi solo alla minima, nonché doverosa e non sicuramente sufficiente azione di risanamento compiuta nei mesi scorsi nella Sibaritide. C’è buona parte della provincia di Crotone che ha bisogno di essere bonificata e di essere rimessa al centro di un’azione economica virtuosa, eco-compatibile, rispettosa dell’ambiente, della sua storia e delle sue grandi potenzialità turistico-ricettive. Ecco perché ho ritenuto doveroso coinvolgere nella questione la Giunta regionale. Per sapere, innanzitutto, quali iniziative siano state messe in campo per monitorare gli obblighi di Syndial-Eni previsti nella bonifica e quali iniziative si intendano assumere per riqualificare le aree industriali come l’ex fabbrica Montedison e l’ex stabilimento Pertusola Sud. Ma nono solo. Se un’azienda opera e sfrutta un territorio è giusto che contribuisca alla crescita di quel territorio. Ho chiesto, pertanto, alla Regione di sapere cosa intenda fare per rispettare l’impegno preso di trasferire la Syndial nel registro delle Società calabresi, al fine di poter pagare le tasse alla Regione Calabria, e se intende supportare e collaborare con i comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina, Cutro, Strongoli, Melissa, Cirò e Crucoli nel definire gli accordi per il pagamento delle tasse comunali per le piattaforme in mare.