Il venir meno del numero legale in consiglio comunale per iniziativa di 6 consiglieri di maggioranza ci restituisce uno spaccato della realtà politica locale che è tutt’altro da sottovalutare: non solo perché tale atteggiamento ha dato il via ad una crisi nella maggioranza solo dopo appena 1 anno e qualche mese, ma anche e soprattutto perché potrebbe trattarsi di una crisi non solo amministrativa, che riguarda l’azione di governo dell’attuale Amministrazione comunale, ma anche politica.
Infatti, i 6 consiglieri, con spirito costruttivo, come essi stessi hanno sottolineato, hanno evidenziato come l’attuale Amministrazione sia in piena impasse, non riesca a dare risposte ai cittadini e sarebbe rea di aver esautorato il consiglio comunale, ed i 6 consiglieri in particolare, dalle prerogative istituzionali di competenza.
E fin qui, non ci sarebbe nulla di strano. Anzi, sarebbe doveroso che il dibattito sull’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa sia oggetto di discussione prima di tutto tra chi sostiene il Sindaco e la Sua giunta e non solo esclusivo appannaggio dell’opposizione.
Ciò che ci lascia perplessi è lo strappo formalmente consumatosi tra il gruppo dei 6 consiglieri ed il loro leader storico, il quale, nel silenzio assordante del Sindaco, si appropria della scena e detta la linea da seguire.
Un ammutinamento mal digerito, liquidato come mal di pancia, che prima o poi passa e tutto torna apposto.
Certamente non riguarda Forza Italia la questione relativa ai rapporti all’interno dei Demokratici, ma ci interessa il contenuto delle contestazioni mosse all’Amministrazione comunale.
Fin quando le critiche arrivano dall’opposizione, le si potrebbe liquidare come il classico gioco delle parti o comunque considerare come strumentali. Ma quando le critiche arrivano dalla maggioranza stessa allora sarebbe il caso di capirne effettivamente il vero valore e le reali motivazioni.
Perché se quel che dicono i 6 consiglieri è il vero motivo della crisi, prettamente amministrativa e di rango consiliare, allora abbiamo davanti uno scenario che non potrà non trovare ulteriori atti e comportamenti conseguenziali. Di certo non basterà sostituire qualche assessore, e sempre che il Sindaco, o chi per lui, lo acconsenta. Le dimissioni del consigliere Bianchi da presidente della commissione regolamento potrebbero essere lette in questo senso. Noi, al contrario, lo esortiamo, qualora fosse possibile ancora, a ritirare le dimissioni per trovare in quell’ambito la forza ed il sostegno necessario per ammodernare la macchina regolamentare comunale. E lì che potrà, con il sostegno di chi ha a cuore la città, assolvere appieno al compito demandatogli dai sui elettori.
Ciò che a Forza Italia interessa è proprio questo: che il senso della crisi sia solo ed esclusivamente l’impossibilità di agire per il bene comune.
Non vogliamo credere a chi stigmatizza l’operato dei 6 additando ciascuno di avere interessi particolari e personali. Se ciò fosse, siamo certi che la crisi rientrerà, e come ha sottolineato il loro leader, tutto tornerà come prima.
Se, al contrario, la crisi fosse politica significherebbe altro, tanto altro!
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