
Il 5 ottobre 2012 Regione Basilicata, Eni, Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Alleanza delle cooperative, Rete Imprese Italia-Basilicata e Confapi, riunite nel Tavolo Obiettivo 2012, hanno sottoscritto il “Protocollo d’Intesa per la promozione di iniziative nel settore geo-minerario finalizzate allo sviluppo regionale, alla tutela della salute e sicurezza e dell’occupazione locale”.
Relativamente ai temi di lavoro fissati dal Protocollo, nel 2014 sono stati raggiunti importanti risultati. Il Tavolo della Trasparenza ha consentito a Eni di presentare i dati dell’attività di sviluppo petrolifero in Val d’Agri e le ricadute occupazionali dirette e indirette, in costante crescita. “Questa è una piccola parte del Local Content Basilicata“.
Gli Attivisti No Eni, coadiuvati da parlamentari locali, stanno profondendo il massimo impegno per incontrare al più presto il Ministro dello Sviluppo Economico e informarlo della necessità di istituire, grazie alle prerogative proprie della sua carica, il tavolo trasparenza, che raccolga rappresentanti dello stato ( Deputati e Senatori eletti in Calabria), degli enti locali (Presidente Regione Calabria, Presidente di Provincia di Crotone e Sindaco di Crotone), Sindacati, Ordini Professionali, Camera di Commercio, Associazioni Ambientaliste e i rappresentanti Eni, per elaborare e sottoscrivere il protocollo “Local Content Crotone” per come è avvenuto in altre realtà dove la multinazionale opera (Local Content Basilicata, Gela, Ravenna ..)
Tale incontro deve essere istituito perché in ossequio ai principi costituzionali di sussidiarietà ed adeguatezza non è ottimale dato l’ampio spettro degli interessi e dei beni e valori costituzionalmente coinvolti, lasciare che tale importante rinnovo sia “condotto solo dall’ente Comune di Crotone ed Eni“.
Ricordiamo che la convenzione tra Eni e Comune di Crotone per l’attività estrattiva di idrocarburi del pozzo di “Capo Colonne” è scaduta il 02 Settembre 2017. “In un silenzio tombale“.
“Il tavolo della trasparenza” è quello che garantirà il miglior sviluppo sostenibile delle attività estrattive. Più in particolare vi è da dire che ogni procedimento industriale estrattivo produce deturpamento con conseguente danno ambientale, ma in accordo ai valori costituzionali e agli accordi internazionali da ultimo il patto sul clima sottoscritto a Parigi, lo sviluppo industriale deve essere compatibile col minimo deturpamento dell’ambiente visto sia staticamente come bene planetario e sia dinamicamente come bene intergenerazionale.
Questo garantirà il contemperamento ed il bilanciamento dei seguenti interessi: nei confronti dello stato la miglior tutela del bene comune ambiente di cui è unico titolare, la più veloce ricaduta degli interventi previsti nel “Local Content Crotone” sul territorio, e per Eni il ristoro del danno ambientale anticipato al netto di procedure contenziose e un impatto positivo sull’immagine aziendale.
Pietro Infusino Fondatore Attivisti No Eni
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