“Avanti Popolo, verso il persistente e odioso assistenzialismo d’avanguardia, per niente mascherato, spacciato per inclusivo, di che cosa bisognerà capirlo e, addirittura, lotta alla povertà. Pura propaganda degna di ogni regime che punta spudoratamente all’annichilimento delle menti e della dignità dell’uomo” . Ne è convinta la studiosa Carnea, e ancora scrive- Ma ancora si può pensare in questi termini di degenerante mancanza di rispetto umano? Si può credere che i mantra assistenziali siano la risposta a che l’uomo si valorizzi nella propria vita? Eppure di regimi, di dittature, di sistemi di coercizione dell’intelletto umano, manifestatisi non tanto distanti dai nostri tempi, avrebbero dovuto insegnare qualcosa, avrebbero dovuto essere testimonianza di come non agire a nocumento dell’umana dignità. Ma quando la parola cultura viene ingolfata da non senso, da appariscenti e vuoti contenuti, ecco che si scopre il rimedio più antico e più anti democratico che la politica possa offrire: dare soldi, facendoli passare come aiuto, sollievo alla povertà dilagante. Mica è stupida la politica, prosegue Carnea- pensa a come salvaguardarsi la sporca coscienza, e la detenzione del potere. La cosa più semplice da fare è annichilire la massa, rendendola sempre più povera perché quello che sembra un supporto al superamento della povertà, è l’aumento della povertà stessa, oltre che materiale, anche spirituale, riducendo gli uomini a meri parassiti, e con il sentimento dell’essere bisognosi. Vorrei suggerire ai signori politici e amministratori, precisa la filosofa- che dall’alto del loro benestare concedono assistenzialismo – ricordo che sono pagati dal Popolo per queste grandi uscite di soluzioni dei problemi, togliendo dignità alle persone – che c’è un solo rimedio che leva l’uomo dalla povertà e lo rispetta nella sua dignità: la soluzione si chiama LAVORO. Capisco che è più difficile argomentare, richiede impegno politico serio, trovare soluzioni, tanto più perché si porterebbero le persone ad agire e non a subire, le si aiuterebbe a essere vitalità realmente attiva mentre, invece, bisogna puntare a gestirle le persone. Deprecabile sistema quello dell’assistenzialismo come soluzione perenne alle necessità dell’uomo, che ha come unico fine la sua morte fisica e spirituale. Suonano le note di giubilo di chi ne asseconda metodo, perché per loro significa avere gregge su cui contare. Va da sé, conclude Maria Francesca Carnea- “che la vita si alimenta con la vita, ma da chi crea annichilimento intellettuale, quindi morte, poiché alimentare assistenza questo genera, non si può pensare di ricevere soluzioni di vita. È solo nella luce dell’intelletto, che non sacrifica il senso del sacro presente nell’essere umano, che trova spazio e sazio la dignità umana, fare a gara per spegnerla questa luce è sostenere una rovina umana premeditata”. La studiosa di origine cirotana è sempre attenta alle problematiche sociali e culturali del nostro territorio .