L’associazione Paideia organizza la “maratona per la Pace” con gli studenti ed i docenti della scuola media Corrado Alvaro presso l’istituto comprensivo Maria Grazia Cutuli, via Boccioni Umberto, Crotone nei giorni 20 e 21 febbraio 2018, dalle ore 9 alle ore 13.
Relazioneranno don Simone Scaramuzzino, don Franco Sinopoli, don Ezio Limina e don Stefano Cava.
L’italia, la Calabria, Crotone hanno bisogno di pace non di divisioni, ma dell’impegno costante di tutti gli uomini di buona volontà che, uniti nei grandi valori universali dell’umanità, facciano sentire una dimensione celeste in questa terra cosi’ intrinsa di odii, egoismi, individualismi, violenze verso le persone e verso la natura. Costruiamo una società di incontro e di umana comprensione, non c’e’ altra via, bandiamo l’odio dai nostri cuori, abbracciamo l’unico Dio di salvezza il Dio dell’Amore, nostro Signore Gesù Crhisto!!!
La pace
“Questo senso irreversibile della storia – il fiume storico avanza irreversibilmente, anche attraverso anse dolorose, verso la foce della pace, unità e promozione dei popoli – è il punto assiomatico, la stella polare che deve orientare la politica degli stati in questa fase finale (atomica, spaziale, ecologica, demografica) del mondo”. Per il mio professore Giorgio La Pira l’impegno per la pace è essenzialmente farsi coinvolgere dalla storia dell’umanità in funzione della storia sacra.
In un certo senso, non si tratta (o almeno non si tratta soltanto) di una presa di posizione etica contro la violenza della guerra quanto piuttosto di una riflessione –che si approfondisce nel corso degli anni- sulla inadeguatezza della guerra di risolvere, nell’epoca attuale i problemi conseguenti alle inevitabili tensioni dovuti ai rapporti tra gli uomini e le nazioni.Per questo, quando Papa Giovanni XXIII scrive nella “Pacem in Terris” …alienum est a ratione bellum iam aptum esse ad violata iura sarcienda, (è ormai inconcepibile che la guerra possa essere adeguata a ristabilire dei diritti che sono stati violati) sente confermato il proprio convincimento sul fatto che non è utopista chi crede nella pace e lavora per essa ma è drammaticamente utopista chi si ostina a credere di poter risolvere problemi radicalmente nuovi con metodi irrimediabilmente superati.La sua azione si articola in varie fasi, a partire dai Colloqui per la Pace e la Civiltà Cristiana , ma soprattutto dall’ intervento al Comitato internazionale della Croce Rossa e al conseguente Convegno dei Sindaci .Il suo impegno per la pace è strettamente legato al mandato di Sindaco poi a quello di Presidente delle Città Unite.
Nella vita di Giorgio La Pira, spicca l’eccezionale personalità di un uomo ispirato dalla vocazione, votato alla pace e alla fratellanza, che seppe coniugare gli ideali del cattolicesimo con il valore di realizzazioni tangibili.
“Il pane, e quindi il lavoro, è sacro; la casa è sacra, non si tocca impunemente né l’uno né l’altra: questo non è marxismo, è Vangelo”.
1° Riflessione paideica
(SIAMO CONTRO GLI EGOISMI DELLA POLITICA)
Sebbene sia costante e profondamente sentito il riferimento storico alle piu’ alte tradizioni della nostra identità culturale, quali: “ l’antica Schola Pitagorica ed Italiota” ed il “ Movimento di spiritualità Gioachimita”, la Paideia non e’ ne’ vuole essere una ideale tavola rotonda per nostalgici cavalieri che gemono continuamente sul passato e si battono il petto perche’ gli avvenimenti si sono svolti male. La Padeia non predica missioni storiche, non crede nelle travolgenti vocazioni individuali, non ritiene il futuro ne’ ipotecabile, ne’ circoscrivibile in equazioni automatiche. Reclama, invece, la fine del sedicente realismo e della sua politica utilitaristica, secondo la quale l’uomo e’ malvagio e si afferma solo attraverso il perseguimento dei propri egoismi istintuali. Vogliamo solo rendere testimonianza sul piano sociale delle drammatiche negatività della realtà calabrese, meridionale e nazionale. Da noi la follia del potere ed un malinteso senso dell’autorità, mostrano la propria tragicità attraverso vecchie e nuove variegate figure: la crisi delle istituzioni, la questione morale, la partitocrazia aberrante, la logica mafiosa/ndranghetista della prepotenza morale e fisica, della morte a poco prezzo; lo sfruttamento della mano d’opera, il riproporsi di vaste aree di emarginazione e di disperazione, con migliaia di extracomunitari ogni giorno costretti a vagare per le strade come fantasmi; la criminalità minorile, il dilagare delle droghe- l’angoscia esistenziale di migliaia di disoccupati, soprattutto i giovani diplomati e laureati, che genera nuove forme di solitudine, disperazione, depressione psicologica – l’isolamento degli ammalati, particolarmente quelli oncologici, il tormento dei pensionati e dei disoccupati. La rappresentazione, quindi, di un’umanità sofferente, condizionata dalla scienza e dalla cieca Tecne’, al sevizio dell’utile e dell’economia dei consumi che produce la distruzione insensata delle risorse naturali e che a causa dell’inquinamento sta rendendo invivibile il pianeta. E’ il gioco distorto della macchina politica che si traduce nella politica intesa come gioco, che si esercita a godersi e ad affermare se stessa, servendo solo alcuni uomini; gli uomini dell’apparato, e mentre li serve li asserve, li fa schiavi di se e della propria logica di dominio, “ved. la famosa intervista di E.Scalfari ad E.Berlinguer sula questione morale ed il ruolo dei partiti di oggi”.Le ragioni dell’esistere dell’uomo non devono rimanere incatenate all’apparente verità effettuale, che si esprime in lui come patologia o menzogna (la società schizofrenica dei mille linguaggi “il politichese”, dell’ipocrisia e della superficialità); egli deve imparare a controllare la propria umanità, il proprio livello di umanizzazione, ricercando la verità vera che, se ancora inespressa o non compiutamente tale, dovra’ mano a mano essere manifestata e realizzata. Ma la realizzazione richiede impegno, impegno che deve provocare la politica, spingerla a recuperarsi nel proprio statuto originario, come esercizio di potere per l’uomo e non sull’uomo. Solo inseguendo questo sogno, questa utopia che crea istanze per il futuro in nome dei valori od evidenze etiche forse impercettibili, ma, non per questo irreali, la politica puo’ diventare concreto spazio di servizio per gli uomini, puo’ tradursi in quello che il prof. Giorgio La Pira, terziario francescano e sindaco santo di Firenze, amava icasticamente chiamare “spazio relazionale in cui esercitare la carità”. L’affermazione di una cultura politica degli uomini e non di corte deve, comunque, maturare nella chiara consapevolezza che se tutto ha rilevanza politica “ aner zoon politikon”, e’ vero soprattutto che politica non e’ tutto, politico non e’ sinonimo di realtà. Infatti, benche’, la LIBERTA’ umana e’ socialmente articolata nella sua storicità ad un ordinamento istituzionale (ubi societas, ibi ius), tuttavia, essa vanta un’originarietà, una trascendenza, verso una realtà piu’ ampia e globale che essa anticipa, ma che mai possiede, verso la quale e’ sempre in cammino cercando, interrogando, sperando, osando, sognando!!.Nel suo stesso naufragio la Speranza crea la cosa contemplata.