“La legalità inizia in famiglia”. Questo il titolo dell’incontro promosso da Don Gianni Filippelli e dai suoi collaboratori, inserito nel più vasto programma civile e religioso predisposto per le prossime celebrazioni programmate in onore del Santo Patrono di Cirò Marina, S. Cataldo Vescovo. Un convegno organizzato per cercare di redigere congiuntamente, Chiesa, Istituzioni, Scuola, famiglia e società civile, una piattaforma comune sulla quale lavorare per dare messaggi di solidarietà e legalità. “Una solidarietà e legalità che non deve essere disgiunta dai concetti che è buono ciò che è giusto”. Spesso infatti, “legalità non coincide con giustizia” come è stato detto. I lavori sono stati introdotti da Maria Grazia Panebianco che ha, di volta in volta, dato parola, non prima di avere ringraziato tutti i presenti, ai relatori del convegno introdotti dai saluti iniziali di Don Gianni che ha inizialmente lanciato un messaggio “di pace e solidarietà per un nuovo percorso della comunità, dopo gli ultimi tristi avvenimenti che ha coinvolto la cittadinanza tutta, pur se con sentimenti diversi.” E’ stata quindi la volta del Commissario Prefettizio, Giuseppe Gualtieri, il quale, da uomo delle Istituzioni, ma anche padre di famiglia ha chiaramente detto quanto importante sia la presenza della famiglia nell’educazione “alle regole e alla legalità”, laddove nella famiglia ancora vivono e si professano i valori che appartengono alla tradizione delle famiglie del sud ma, “è fuori della famiglia che poi i valori si annebbiano”, di fatto venendo a mancare quella coesione sociale che dovrebbe essere alla base del vivere civile e che, se realizzata, eviterebbe quello scollamento tra i valori familiari e quelli che si praticano fuori dalle mura domestiche. Un problema che nonostante i tanti buoni esempi oggi “non riesce ad essere contenuto neanche dal mondo associazionistico, incapace di fare rete e quindi dare forza alle regole, creando inevitabilmente quello scollamento fra pubblico e privato che non si riesce ad arginare”. Un concetto ripreso da Don Tommaso Mazzei che ha messo in evidenza la mancanza di un impegno quotidiano dove “il senso di responsabilità deve camminare con la corresponsabilità personale e dove oggi la famiglia sembra avere perso il ruolo di caposaldo verso la società, rallentandone il cammino. Se non funziona la famiglia, non funziona la società e quindi, bisogna rientrare in famiglia, perché una famiglia litigiosa e senza regole, rema contro la società”. Interessante la relazione del presidente della Camera penale di Crotone, Truncè, il quale ha messo in evidenza quanto importante sia educare alla legalità sin dalla prima infanzia, puntando il dito, senza perifrasi, su quanto sia negativo l’uso dei social e dei suoi strumenti di diffusione se non accompagnati dalla presenza genitoriale che oggi è incapace di contrastare il fenomeno, essendone essa stessa vittima. In questo importante il ruolo dell’educatore scolastico che oltre a dare nozioni e cultura, entrando in modo empatico con l’adolescente, deve guidarlo nel suo processo di crescita per trasmettergli, e qui riprende una famosa frase del Procuratore Gratteri, che “la legalità conviene”. Un concetto ripreso dall’ispettore scolastico, Pugliese il quale ha ribadito che in tal senso la scuola può fare tanto, offendo all’adolescente o giovane, un luogo di confronto laddove devono essere spiegati, attraverso il rispetto, diritti e doveri, cercando di frenare “l’intolleranza genitoriale con un patto di corresponsabilità che porti tutti al rispetto delle regole e quindi, al vivere nella legalità.” Tutti concetti, idee, analisi, conclusi con l’intervento conclusivo di S.E. il Vescovo, Domenico Graziani, il quale utilizzando aneddoti, similitudini e tradizioni legate alla vita di S.Cataldo, nel compiacersi con lo stesso Don Gianni, per la scelta di inserire il tema nelle manifestazioni celebrative di S,Cataldo, il convegno, ha rimarcato il concetto che la legalità deve andare di pari passo con la giustizia. Per questo, “ è stato importante inserire questo momento di riflessione nella stessa festività”, anche perché, ha aggiunto in conclusione,” stiamo perdendo il gusto di desiderare e di sognare”.