Quello che l’opinione pubblica non sa e che si e’ trascurato di dire da troppi mesi e’ che la decantata riforma andava a gravare pesantemente proprio sulle fasce deboli, proprio su quella parte di popolazione che necessita e merita tutela. Con i regolamenti approvati dalle delibere di giunta attuativi della legge 23/2003 si poneva a carico degli utenti con isee 0 un importante compartecipazione alla spesa sociale. Contro qualunque principio di giustizia sociale ed anche economica . La spesa per il sociale che veniva richiesta ai comuni calabresi superava quella della stessa regione calabria. Di piu’ . Si prevedeva la modalita’ di acquisto delle prestazioni tramite vaucher. Tale sistema avrebbe posto in una condizione di grande incertezza proprio chi ha bisogno di assistenza e di continuita’ assistenziale all’interno delle strutture che sarebbero rimaste prive di qualunque garanzia giuridica ed economica.nessuno piu’ delle fasce deboli e delle strutture di accoglienza era ed e’ desideroso di avere una riforma del welfare che finalmente elevi il sistema dell’accoglienza socio assistenziale ad un sistema piu’ dignitoso da tutti i punti di vista non di meno che da quello economico. Chi pensa che per decenni le strutture socio assistenziali abbiano lucrato sulla pelle delle sofferenze altrui forse e’ davvero poco informato. Forse non conosce abbastanza da vicino la realta’ che sta denigrando. Non sa che il mondo del welfare in calabria e’ da sempre un mondo molto povero, le rette delle strutture socio assistenziali sono da decenni le piu’ basse d’europa. Chi vuole lucrare non sceglie certo il settore socio assistenziale. La riforma cosi’ come concepita avrebbe segnato invece l’azzeramento di tutti i servizi e avrebbe messo in serie difficolta’ i comuni calabresi con bilanci in sofferenza, in dissesto o predissesto. Non dimentichiamo e non dimentichino soprattutto i nostri rappresentanti politici regionali le realta’ dei territori sui quali ricadono le loro decisioni politiche.
La riforma e’ stata bloccata dal tar per l’omissione di due passaggi procedurali obbligatori: terza commissione consiliare e commissione regionale per le autonomie , il grido d’allarme adesso e’ fortissimo. L’augurio e soprattutto la speranza di tutti gli operatori del sistema e’ che questa battuta d’arresto imposta da una sentenza del tar sia l’occasione giusta per allineare correttamente la riforma alle necessita’ delle fasce deboli e per approvare una riforma sostenibile.
Le strutture socio assistenziali del crotonese e del catanzarese.