La Cgil di Cirò Marina, dell’intera Calabria e Nazionale, presente con i suoi massimi vertici, si è schierata contro la presenza mafiosa nel sistema economico, sociale e istituzionale durante il convegno che si è svolto giovedì scorso nel teatro Alikia della città. La gigantografia esposta recitava infatti “Vogliamo tutta un’altra Italia, libera dalle mafie e dal lavoro sfruttato”. Su questo tema, fra i tanti, è intervenuta a “gamba tesa” lo stesso prefetto di Crotone, Cosima Di Stani, che con un discorso accorato ha messo in evidenza e detto a chiare note che il problema della “ndrangheta esiste, non và minimizzato e che và combattuta la mentalità criminale che pervade non solo il settore ndranghetistico vero e proprio”, ma anche quello civile, laddove molte sono le persone e gli imprenditori che violano la legge, sottraendo energia elettrica, allacciandosi abusivamente alla rete idrica, costruendo case dall’oggi al domani senza autorizzazioni, ecc, “quasi fosse un problema culturale, anzi, è soprattutto un problema culturale” ha chiosato.
Da qui, l’invito ala società civile di impegnarsi e combattere l’illegalità anche denunciando, perché, come ha ancora detto, l’illegalità alla lunga non paga, perché, come per le assunzioni, anche se inizialmente si riesce a trovare un posto di lavoro nelle maglie della criminalità organizzata, alla lunga quel posto si perde, perché prima o poi le imprese criminali finiscono nella rete della magistratura. Allo scopo di dare un contributo alla società civile ed esporre i tanti problemi legati allo sfruttamento del lavoro, siano essi immigrati o no, è stata annunciata l’attivazione, da parte del segretario regionale della Flai, Bruno Costa, del numero verde 800 688362, uno strumento operativo in favore di chi ancora oggi abbassa la testa per necessità.
Parole di libertà, uguaglianza, diritti che devono essere un ‘tutt’uno di sotanza e che devono essere fatti propri dai cittadini di Cirò Marina e non solo, come ha detto nel suo saluto iniziale il Commissario prefettizio, Giuseppe Gualtieri, che permetteranno alla cittadinanza di riappropriarsi della loro dignità. Concetto ampiamento esposto dal segretario provinciale della Cgil, Raffaele Falbo, che introducendo i lavori, dallo stesso poi coordinati, ha rimarcato la necessità di un impegno comune per combattere al fianco della magistratura la lotta per sottrarre alla criminalità settori importanti, sostenendo la politica sana e l’associazionismo, che oggi, anche alla luce delle tante operazioni, Stige docet, ha messo a nudo un sistema pericoloso per la libertà di ognuno.
Ma, l’incontro dei massimi vertici della Cgil, è stato il momento di andare al di là del contingente e aprire una finestra sul panorama nazionale laddove sono intervenute, Rosy Bindi e il segretario Nazionale della Cgil, Susanna Camusso. La Bindi ha detto che bisognerebbe superare l’attuale legge sullo scioglimento dei Comuni e andare a intaccare anche la parte amministrativa non meno compromessa della politica, magari affiancando lo scioglimento con un programma di formazione per aiutare la parte sana ad emergere. Mentre Susanna Camusso, intervenendo sul tema del lavoro ha detto che bisogna superare la precarietà, perché così facendo si combattono anche le mafie.
E poi anche intervenuta sul recente decreto dignità, del quale ancora non si hanno notizie certe, laddove ha evidenziato la necessità di intervenire sui contratti a termine e sul tema dei licenziamenti, lamentando che è scomparso il tema della reintroduzione dell’articolo 18, come promesso in campagna elettorale dal Movimento 5 Stelle. Ospite dell’importante momento di confronto il segretario generale della Cgil Emilana, Luigi Giove, che ha lanciato l’appello, non prima di avere ampiamente esposto quanto l’infiltrazione della ndrangheta e mafiosa più in generale, sia presente anche la nord e quindi, da qui,l’invito a creare un ponte di legalità fra le due regioni. Un incontro che è stato testimoniato a e partecipato da numerosi altri autorevoli esponenti, come tanti segretari della Cgil provinciali e regionali calabresi, Angelo Sposato in primis, il coordinatore regionale di Libera, don Ennio Stamile, il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà.
Anche la presenza del giornalista Michele Albanese che ha rimarcato l’importanza dell’informazione nel non sottendere le notizie riferire alle questioni della legalità che vanno invece sempre messe sotto la luce dei riflettori. Un forte momento di riflessione che al di là di tutto, ha ancora una volta messo in luce la distanza fra società civile, che non si sente garantita e protetta e i limiti politici, istituzionali e di garanzia.
Una società che và radicalmente rivisitata e cambiata.