Abbiamo, appena l’anno scorso, festeggiato nel peggiore dei modi i 150 anni, un secolo e mezzo della loro esistenza: i portici di Crotone.
E già, perché nel 1867 a seguito dell’abbattimento delle mura medievali furono realizzati i portici consistenti in 22 colonne neodoriche che costituivano l’ingresso della città come nelle polis greche.
E però se non si interviene immediatamente c’è il rischio del loro crollo, avevamo denunciato dal giornale ilcirotano.it. Infatti in quei giorni erano caduti calcinacci e pezzi di cornicione degli antichi portici. Insomma ben diciassette colonne sono interessate dal fenomeno erosivo.
Per molti anni sono stati un belvedere, il salotto cittadino, la passeggiata dei cittadini, il luogo di ritrovo su cui si affacciavano negozi e soprattutto bar e caffè culturali. Una vera e propria agorà. Fin quando “illuminati” Amministratori comunali decisero che la Storia andava cancellata: nel 1959 , decidevano di porre mano alla riqualificazione, scusate l’eufemismo, delle pregevoli 22 colonne.
Così vennero martellate, scalpellate e ingabbiate dentro pilastri quadrati con lastroni di marmo sostenuti in loco da ramponi in ferro battuto. Chi le ricorda non può far meno di parlare di bruttezza! Insomma, per molto tempo, di quello che rappresentava la bella agorà, simbolo dei Crotoniati della Magna Graecia non rimase nulla. Per rimediare all’obbrobrio arrecato ad uno dei monumenti così importanti del patrimonio architettonico della città e per allontanare il malcontento generatosi tra i cultori, pochi, della nostra storia, dal Palazzo comunale, nel 1984 si diede l’incarico per gli accertamenti tecnici per il recupero statico-architettonico del colonnato. I lavori di intervento di risanamento per il recupero originario presero avvio nel 1985 e terminati nel 1988 con l’abbattimento dei lastroni di marmo. L’intervento fu piuttosto delicato e, come scrive Salvatore Rongone, “fu necessario rigenerare il fusto delle colonne, rispettando le quote per il ripristino statico-architettonico del colonnato e dare maggiore affidabilità alle strutture in opera; inoltre, fu necessario rifare il capitello andato distrutto in precedenza. Quello dei portici di Crotone è uno degli esempi più eclatanti della miopia – e, forse, anche del cinismo – con cui si può gestire il patrimonio storico ed architettonico di una città.”
Negli ultimi tempi, 2016, esperti della SismLab s.r.l., società Spin-off dell’Università della Calabria, incaricata dal comune di Crotone, sono intervenuti per sondare lo stato di salute dei portici ma finora nulla di fatto. Orbene, forse finalmente ci siamo, così sembrerebbe perché il condizionale è d’obbligo quando si ha a che fare con la burocrazia e con gli Enti Locali. È di questi giorni, infatti, la notizia secondo la quale sarebbe stato affidato ad un’associazione d’imprese l’appalto per il restauro e il consolidamento dei portici che affacciano sulla centralissima piazza Pitagora.
Si tratta delle imprese “Aurea sas” e “Giovanni Izzo Restauri sas” che, per un importo totale di 324 mila euro, dovranno intervenire per, secondo il progetto redatto dai tecnici comunali, “la realizzazione di tutte le opere necessarie al consolidamento e al restauro delle colonne in tufo e del loro assetto statico “. Beh, auspichiamo sia la volta buona! Che si intervenga in modo appropriato per conservare alla città e alle future generazioni quello che, giustamente è considerato il simbolo del mondo crotoniate: i portici di Crotone!