Ad accogliere favorevolmente la bella notizia il vice sindaco Giovanna Stasi la quale in una nota scrive: “Finalmente una decisione sensata e giusta, alla tesi della fusione ho sempre risposto che- si fondono i metalli non i comuni”. Con Asmel i piccoli comuni vincono la battaglia contro l’accorpamento coatto, l’obbligo di accorpamento dei piccoli Comuni è incostituzionale. Lo ha sancito la Consulta a seguito del ricorso promosso da ASMEL, l’Associazione che raggruppa oltre 2700 Enti in tutt’Italia. La norma, varata con il decreto legge 78 del maggio 2010, imponeva ai Comuni sotto i 5000 abitanti di accorparsi in Unioni di Comuni, Enti di secondo livello previsti in normativa per la gestione associata di servizi o funzioni. Il Governo rese obbligatorio il ricorso alle Unioni, indicando in 10 mila il numero minimo di abitanti da coinvolgere. Ed elencando le competenze da accorpare, praticamente tutte, da passare in capo a Enti senza elezione diretta. Si determinò una insanabile frattura nel mondo dei Comuni. Da una parte, ANCI, la principale Associazione, ideatrice e sostenitrice della norma, che si spinse a propugnare l’azzeramento degli Enti con meno di 15mila abitanti, il 90% dei Comuni italiani. Grazie al ricorso della Consulta oggi possiamo affermare di aver salvato cultura, tradizione e storia di un popolo, ognuno diverso dall’altro e perciò non accorpabili.
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