Siamo per l’ennesima volta a scrivere di questa vergogna italiana che vede però tutti i mass media nazionali e la maggior parte delle forze politiche accapigliarsi intorno al dilemma: “ Tav sì, Tav no” per spostare le merci in maniera più veloce di soli 25 minuti, da e verso la Francia, mentre gli abitanti della fascia jonica calabrese centro-settentrionale (una popolazione di oltre 500mila cittadini) vede negati i propri sacrosanti diritti primari e costituzionali alla mobilità ed alla sicurezza.
Sosteniamo, infatti, da tempo e ne siamo profondamente convinti che a causa di un perverso disegno di potere, portato avanti scientificamente da tutti i governi regionali calabresi, di qualsiasi colore politico, ha diviso verticalmente in due la Calabria sotto il profilo della dotazione infrastrutturale sin dagli anni ’60 e poi con l’istituzione negli anni ’70 dell’Ente Regionale.
Ne è piena testimonianza l’attuale programmazione Anas per la Regione Calabria che fino al 2020 vede finanziamenti per nuove infrastrutture per la provincia di Cosenza per oltre 2miliardi300milioni di euro, mentre per la provincia di Crotone ancora ( 0 zero euro)!!!!!
La fascia tirrenica calabrese è servita dall’autostrada A2, del Mediterraneo, la dorsale tirrenica della rete calabrese fa parte delle linee fondamentali italiane, poiché costituisce parte del Asse ferroviario europeo Ten-1, dall’aereporto internazionale di Lametia Terme, e dal porto di Gioia Tauro, che è il più grande terminal per il transhipment presente in Italia e uno dei più importanti hub del traffico container nel bacino del Mediterraneo.
A completare la rete stradale principale calabrese, troviamo cinque assi trasversali: la SS 280 Lamezia Terme – Catanzaro Lido; la SS 107 che congiunge Paola a Crotone; la variante SS 281 Marina di Gioiosa – Rosarno; l’asse stradale che da Guardia Piemontese (SS 283) si dirige verso la Sibaritide (SS 534); la trasversale delle Serre, in corso di realizzazione.
La rete ferroviaria calabrese si estende, invece, per circa 855 Km, in gran parte lungo la fascia costiera. Sulla rete ferroviaria calabra circolano quotidianamente circa 230 treni per un totale di circa 40.000 posti offerti. La rete ferroviaria è costituita da 253 Km a doppio binario ed elettrificati sulla fascia tirrenica dove circolano le frecce-argento veloci e da 602 Km a binario semplice, dei quali solo 149 Km sono elettrificati. La rete di trasporto ferroviaria è articolata in due linee primarie (linea tirrenica da Reggio Calabria a Praia per 240 km, linea ionica da Reggio Calabria a Rocca Imperiale per 391 Km), da due linee trasversali e due reti complementari di collegamento. Le linee trasversali (Paola – Sibari 92 Km e Lamezia – Catanzaro Lido 48 Km), entrambe a binario semplice, sono in grado di offrire modesti livello di servizio. La rete complementare, ancora più modesta per prestazioni, qualità e sicurezza, comprende la linea costiera Eccellente – Tropea – Rosarno (per 71 Km) e la rete delle Ferrovie Regionali Calabre, costituita da due gruppi di linee per circa 243 km.
In pratica la Regione Calabria ha mantenuto fede al progetto strategico di servire i principali centri di potere politico/amministrativo, dimenticando scientemente tutti i cittadini che abitano la fascia jonica centro-settentrionale e gran parte di quelli che abitano nella Sila.
Infatti, alle soglie del terzo millennio addiveniente, i calabresi della fascia jonica calabrese sono serviti solo dalla ss.106 o strada della morte, una statale costruita nel periodo fascista il 1928 con tecniche e mezzi dell’epoca, realizzata a solo due corsie ed in molti punti, sotto il piano campagna, per cui alle prime piogge si allaga e si riempie di detriti fangosi ( a Sellia Marina a Cropani, a Botricello, a Strongoli Marina, a Torretta di Crucoli, a Cariati Marina, a Mirto Crosia etc.), mettendo a rischio l’incolumità e la vita degli automobilisti e delle popolazioni che abitano in quelle zone.
Mentre solo nella seconda metà dell’Ottocento è stata costruita la ferrovia Jonica che collega Taranto a Reggio Calabria attraverso la costa ionica di Puglia, Basilicata e Calabria. È gestita da RFI che la qualifica come complementare[1].E solo nel 2017 il Governatore Oliverio ha messo mano a questa linea ferroviaria facendo sostituire i binari ed avviando la sua elettrificazione con un investimento di circa 530milioni di euro!!!
Altro che TAV, vitale per chi? Per le aziende costruttrici, gli imprenditori, i poteri forti, le banche, forse per la ndrangheta che si infiltra nelle aziende che partecipano alle gara di appalto con i sub-appalti, certo non tanto importante come realizzare e riconoscere finalmente ai cittadini della fascia jonica centro-settentrionale calabrese i sacrosanti diritti alla mobilità ed alla sicurezza della vita, costruendo finalmente una superstrada jonica E90 ,a 4 corsie, da Simeri fino a Sibari!!!
E’ una vergogna che da Sibari per raggiungere Crotone ci vogliano più di due ore e mezza!!!!
E’ una vergogna immane che per raggiungere. con la staffetta treno/bus. dalla stazione ferroviaria di Crotone la stazione ferroviaria di Lametia Terme e l’aereporto ci si impieghi piu’ di 4 ore, dico 4 ore per percorrere una distanza di soli 100chilometri circa!!!!!
E’ una vergogna che da Crotone via ss.106 per raggiungere Germaneto dove insiste l’università Magna Graecia, con i reparti di cardiochirurgia ed oncologia, i nosocomi catanzaresi del Pugliese Ciaccio e Mater Domini, le cliniche sanitarie di Catanzaro, ci si impieghi quasi un’ora e mezza, e si impieghi quasi 2 ore per raggiungere in auto la stazione ferroviaria e l’aereporto di Lametia Terme!!!!!
Per questo il “Comitato Crotone Nuova ss.106 Adesso”, rivendica a gran voce la realizzazione della superstrada jonica E90 a 4 corsie da Simeri fino a Sibari e subito la costruzione della variante al megalotto 6 della E90 “ Simeri-Marcedusa-Cutro-Crotone”, una variante che consentirebbe in tutta sicurezza ed in 30 minuti di collegare i due capoluoghi di provincia (Crotone-Catanzaro), togliendo dall’atavico isolamento i 24 comuni della Presila Crotonese e catanzarese con una popolazione di circa 140mila abitanti. Lo abbiamo detto a gran voce ai cittadini di Petilia Policastro nella conferenza tenutasi ivi sabato, 9 marzo, 2019.
Una visione di gestione di tutto il territorio (costiero e collinare) strategica, che lascia l’attuale ss.106 a servizio della fascia costiera-turistica e dei comuni che vanno da Isola, Le Castella, San Leonardo e Steccato di Cutro e fino a Botricello, ss.106 che se liberata dal traffico intenso e pesante rimane da Crotone fino ad oltre Botricello una buona superstrada.
Mentre realizzando la variante al megalotto 6 della E90 con le relative bretelle tutti i 24 paesi della Presila crotonese/catanzarese sarebbero raggiungibili in 5-10-15 minuti, come pure l’aereporto S.Anna e tutti i comuni della fascia costiera.
Il Comitato, che si è mosso in sinergia con il Centro di Monitoraggio sulla Sicurezza stradale della provincia KR, evidenzia inoltre le oltre 40 delibere adottate dai consigli comunali e dai due consigli provinciali di Crotone e Catanzaro a sostegno di questa nostra variante ideata e progettata dal bravo ingegnere Antonio Bevilacqua piu’ di 10 anni fa.
Facciamo ora appello a tutte le forze politiche, sindacali, alle categorie produttive, agli ordini professionali, alle forze associazionistiche,al mondo della scuola e della sanita’, a tutte le parrocchie ed agli ordini religiosi affinche’ la Regione Calabria, l’Anas, il Ministero delle Infrastrutture realizzino subito questa vitale infrastruttura,ed anche il megalotto Crotone-Mandatoriccio-Sibari, sicuro volano di sviluppo socio-economico-turistico per l’importante territorio della Magna Graecia (culla della civiltà di tutto l’Occidente) e manifestiamo il nostro massimo disappunto sulla paventata idea da parte di Anas di realizzare una superstrada a 4 corsie, dal tratto Simeri-Marcedusa, mentre da Marcedusa a Crotone si vorrebbe realizzare una semplice superstrada a 2 corsie, proprio nel tratto di territorio pianeggiante che non presenta criticità orografiche e non abbisogna di gallerie, ma solo di due ponti, sul torrente Passovecchio e sul fiume Tacina.
Noi calabresi della fascia jonica centro settentrionale vogliamo riconosciuti i nostri sacrosanti diritti e non staremo più immobili e passivi a subire queste perverse politiche che ci vogliono relegare verso i paesi del terzo mondo considerandoci cittadini di quarta serie, altro che TAV!!!!!!!
Il 24 agosto 2018 è entrato in vigore il “Regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico” (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 maggio 2018, n. 76), che costituisce l’ultimo tassello di un insieme di nuovi strumenti volti a garantire una più ampia partecipazione dei cittadini nei processi decisionali pubblici, adottati nello scorcio finale della XVII legislatura.
Noi del Comitato Crotone Nuova ss.106 Adesso, la partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico la stiamo attuando da quasi due anni e continueremo ad organizzare conferenze e dibattiti in tutti i 24 comuni interessati, tramite conferenze e dibattiti negli enti locali, nelle scuole, nelle associazioni, negli enti camerali etc. Finora tutti i cittadini e gli enti interessati hanno espresso il loro pieno gradimento per la variante elaborata dal nostro Ingegnere Antonio Bevilacqua.
“I grandi interventi infrastrutturali devono essere decisi solo dopo un ampio e regolato confronto pubblico, per favorire la partecipazione dei cittadini a decisioni che hanno impatto rilevante sull’ambiente, come richiesto dalla Convenzione di Aarhus del 1998 e come avviene da tempo in materia di localizzazione e realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche”, esaminati congiuntamente dalle Commissioni riunite 8ª e 13ª del Senato nella seduta del 28 aprile 2015. Nella XVI legislatura, le medesime Commissioni riunite avevano iniziato l’esame dell’AS 2037 Menardi e altri, recante “Norme per la consultazione e la partecipazione democratica in materia di localizzazione e realizzazione di opere pubbliche”. Sia alla Camera che al Senato sono stati presentati nel corso del tempo ulteriori disegni di legge in materia, il cui esame non ha però mai avuto inizio. E come avviene da tempo in Francia con la legge n. 276 del 2002 dedicata alla “démocratie de proximité”. Il dibattito pubblico deve svolgersi nella fase iniziale del progetto, quando tutte le opzioni sono ancora possibili e deve riguardare tanto l’opportunità stessa della costruzione della grande opera quanto le modalità e le caratteristiche della sua realizzazione. Al dibattito, mediato da esperti estranei al committente, può partecipare tutta la popolazione interessata.