
Nata a Lamezia Terme, l’associazione si è gradatamente diffusa su tutto il territorio calabrese, intercettando e mettendo insieme tutte quelle forze positive che esistono ed operano sui territori. L&F è oggi un’associazione di respiro regionale, che mira principalmente alla formazione di una nuova classe dirigente, proponendosi come un laboratorio capace di armonizzare la realizzazione di obiettivi specifici per i singoli territori in un progetto UNITARIO, che consiste nella realizzazione di una identità calabrese.
“Il messaggio fondante del Manifesto dei Liberi e Forti – ha esordito Rachele Via, presidente provinciale di L&F – vede nei laici i protagonisti della promozione di tutta la realtà economica, sociale, politica partendo dal basso, dalla strada, dalla quotidianità spesso difficile”.

Condizione fondamentale è, però, uscire dai particolarismi, dai personalismi per costruire “un popolo”; se non saremo capaci di costruire una “comunità politica”, riusciremo al massimo a realizzare qualche risultato positivo, ma mai riusciremo a mettere in campo un vero progetto di sviluppo del territorio.
Non bisogna avere fretta di vedere i frutti, ma è necessario avere la costanza di mettere anche un piccolo tassello, ogni giorno, per la costruzione del bene comune. “Oggi a Crotone è stata posta la prima pietra di una costruzione ambiziosa” – ha detto Pino Campisi, esperto di politiche del lavoro e presidente regionale di L&F. Tenendo presente la storia di Matera, si può dire che se c’è un progetto valido e ci sono persone che si dedicano ogni giorno alla realizzazione del progetto, lo sviluppo, il lavoro, il futuro per i nostri figli sono tutti obiettivi possibili. “Questa è una sfida difficile – ha detto Pino Campisi – ne siamo consapevoli; ma siamo altrettanto consapevoli delle potenzialità, delle professionalità, della forza di volontà che ci anima”.
Purtroppo, la politica dei campanili ha reso la Calabria ultima regione d’Italia, e Crotone in questo panorama desolato soffre particolarmente. Peccato che chi ha governato fino ad oggi non abbia ancora capito che la Calabria o cresce tutta o non cresce. Proprio dalla presentazione dei drammatici dati legati alla crisi demografica (la popolazione in Calabria è scesa sotto i due milioni) è partita la attenta analisi di Giuseppe Critelli, esperto di sviluppo territoriale. Critelli ha messo in evidenza che i dati relativi alla forza lavoro in Calabria sono catastrofici: per ogni lavoratore (compresi i lavoratori stagionali) ci sono 3 persone che non lavorano. In queste condizioni, l’economia non ha la forza per decollare.

“La Nuova Frontiera dei Liberi e Forti propone il Patto relazionale del Marchesato – ha continuato Critelli –, uno strumento partecipato di coordinamento e di condivisione delle strategie e delle azioni per intraprendere la valorizzazione delle risorse disponibili sul territorio e per lo sviluppo sociale ed economico di tipo inclusivo e sostenibile”. Si tratta di una proposta concreta che vuole mettere insieme tutti gli stakeholders del territorio per elaborare una proposta progettuale che sia frutto di una visione di insieme delle esigenze e delle potenzialità del territorio.
“In Calabria stiamo vivendo una timida Primavera. Però attenzione – ha detto Rachele Via – se arrivasse una improvvisa gelata, i frutti futuri sarebbero irrimediabilmente compromessi. Non bisogna lasciare spazio al gelo del pessimismo, dello scoraggiamento, del pianto sterile, della sfiducia, dell’individualismo.” Infine, ha concluso citando Mons. Agostino che, di fronte alla “forma di rassegnazione” e di “non corresponsabilità” che caratterizzano i calabresi, così esortava: “il cittadino è il costruttore della sua terra. Se non si mira a questo, resteremo in una sorta di passività. … il mio è un messaggio di speranza, un invito a scuoterci, a prendere nelle mani il nostro futuro. (se potessi parlare personalmente a ognuno dei calabresi) direi: siate dignitosamente calabresi, sentitevi portatori di una storia.” (in Gente di Calabria, CalabriaNews, luglio 2004).