A farlo sapere sono i Segretari Generali, Raffaele Mammoliti, Francesco Mingrone, Santo Biondo e Fabio Tomaino, che hanno voluto spiegare le ragioni di questa presa posizione rispetto alla grave situazione di emergenza sanitaria determinatasi purtroppo in tutta la Regione. Ciò che anche i sindacati del territorio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia chiederanno è un incontro da tenersi in Calabria. La richiesta sarà formalizzata attraverso la consegna ai Prefetti di un documento unitario predisposto e condiviso dalle Confederazioni, dalle categorie del lavoro pubblico e dei pensionati.
Le categorie unitarie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil proclameranno lo stato di agitazione.
“Quanto accaduto a Cetraro nei giorni scorsi – scrivono i segretari generali – è gravissimo. Riporta la nostra terra ad uno stato di arretratezza e disagio a dir poco vergognosi. Una donna non può morire dando la vita. E’ disumano. Innaturale. Ingiusto. L’emergenza attuale costituisce l’ulteriore aggravarsi di un percorso che ha determinato un vero e proprio smantellamento dei servizi sanitari regionali
L’analisi dei dati, riferiti agli ultimi anni, rivelano quanto e come per la nostra regione oltre al danno si consumi una vera e propria beffa sulla pelle dei calabresi, con l’art. 11 del D.L. Sanita Calabria, sono state infatti sbloccate le assunzioni ma, allo stesso tempo e con una incomprensibile logica discriminatoria stante l’aumento della spesa registrata al Nord, è stato fissato un rigido vincolo per il costo del personale che non deve superare quello del 2018. Vogliamo rivendicare – conclude la nota – la pari dignità della regione nel contesto nazionale, chiedere con forza l’investimento di risorse che consentano la piena e sicura operatività delle strutture sanitarie calabresi”.