Si è svolta il 24 luglio, presso il Circolo del Bridge di Reggio Calabria, la cerimonia di premiazione del Premio Giornalistico Nazionale “La matita rossa e blu” evento giunto quest’anno alla decima edizione. La manifestazione, promossa dalla Fondazione Italo Falcomatà, gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, che, per l’occasione, ha inviato una medaglia di bronzo alla Fondazione, del Patrocinio del MIUR, dell’Ufficio Scolastico Regionale, oltre che della Regione, della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria.
L’edizione di quest’anno, ha visto la partecipazione di alcune tra le più brillanti penne del giornalismo italiano, accolte in riva allo Stretto dall’infaticabile presidente della Fondazione Rosetta Neto Falcomatà, moglie del Professore Italo Falcomatà, indimenticato sindaco della primavera reggina.
I premi di questa decima edizione sono stati assegnati a Massimo Giannini direttore di Radio Capital ed editorialista di Repubblica, a Fabrizio Roncone, giornalista del Corriere della Sera, a Mary Cacciola conduttrice di Radio Capital. Premio alla memoria è stato assegnato a Paolo Pollichieni, Giornalista del Corriere della Calabria, recentemente scomparso ricordato dal collega ed amico Aldo Varano.
Tra i criteri di scelta è prevalso quello di individuare un giornalista propugnatore dei principi di legalità ed etica, che intende il proprio “mestiere” non fine a se stesso, ma di aiuto, di esempio e di stimolo per le giovani generazioni.
Un parterre di tutto rispetto, coronato dal conferimento del premio Giovani, in collaborazione con Repubblica Scuola, consegnato dal vicedirettore di Repubblica Giuseppe Smorto, agli alunni della classe II B Liceo Classico “Borrelli” di Santa Severina (KR) e alla loro docente prof.ssa Maria Concetta Ammirati.
Un dibattito a più voci, intrecciate attorno ad un unico comune denominatore: l’amore per la scrittura, per il racconto, per l’analisi dei fatti, la capacità di interpretarli, di leggere le vicende in un orizzonte più ampio della stretta attualità, per comprenderne il significato storico, nell’ottica della funzione di garanzia democratica che la stampa e i media in generale dovrebbero far valere.