Inaugurata dopo il suo restauro, costato 35 mila euro, la chiesa di San Giovanni Battista in piazza Bannera, una chiesa gremita di fedeli, i quali, hanno partecipato alla santa messa celebrata dal parroco di Cirò don Matteo Giacobbe e dal parroco di Melissa don Pino Giorno. A fare da cornice all’omelia, un superbo coro che il parroco ha battezzato col nome di “Schola Cantorum di San Nicodemo”, da poco costituito all’interno della chiesa su iniziativa del presidente del comitato festa patronale San Nicodemo Salvatore Giardino, conseguente al fatto che, all’interno della chiesa è stato rinvenuto un affresco medievale raffigurante San Nicodemo Abate nato a Cirò nell’ anno 900. Oltre la solenne celebrazione eucaristica per la riapertura al culto della chiesa, è stato festeggiato anche la ricorrenza del 50° di consacrazione religiosa di suor Filomena Samà, dell’ordine Francescano di Sant’Antonio, che da 60 anni sono presenti a Cirò con l’Istituto per i minori in difficoltà. Presente alla cerimonia il sindaco Francesco Paletta, la vice sindaco Giovanna Stasi, e l’assessore al Turismo Cataldo Scarola. “Trionfa il mio cuore nel vedere la riapertura di questa antica chiesa- ha detto il parroco Don Matteo Giacobbe- ci abbiamo creduto fin dall’inizio, grazie alle insistenti preghiere mie e di tutta la comunità, la famiglia e la preghiera ci avvicina a Dio offerta continua al signore. Siamo fortunati che a Cirò ancora, ci siano le suore e il convento, guai a chi ce li toglie”. La conferma è arrivata direttamente anche dalla Madre superiore generale, la quale ha assicurato che nella comunità del cirotano è importante la loro presenza: “ci sentiamo una grande famiglia”, assicurando ai cirotani sulla permanenza delle suore in paese. Durante l’omelia suorFilomena ha rinnovato la sua promessa di obbedienza al signore davanti la Madre Superiore Generale Tanina. Anche Papa Francesco per questa ricorrenza ha inviato a suo Filomena una pergamena per il suo anniversario. Il popolo- prosegue il parroco- aveva bisogno di un posto centrale per celebrare la santa messa, da quando le due chiese centrali: Plateis e San Giovanni, furono chiuse per essere restaurate. Un ringraziamento- ha concluso il parroco- va all’amministrazione comunale, a tutte le associazioni che ci sono state vicini, all’operaio Gino Critelli per i lavori realizzati, e all’artista Giuseppe Campana per aver portato al loro antico splendoro gli antichi candelabri che adornano l’altare maggiore di San Giovanni. Il restauro della chiesa è stato possibile grazie al decreto regionale di 35 mila euro, restauro eseguito dall’impresa “Varano costruzioni”, progettisti e direttori lavori architetti Nicodemo Gagliardi, Giovanni Ciccopiedi e Vittoria Giardino, sotto la direzione della Sovrintendenza ai beni storici e monumentali. Dopo la solenne messa, è intervenuto l’esperto che sta lavorando sullo studio dell’affresco rinvenuto su una colonna all’interno della chiesa durante il restauro, l’architetto Amedeo Lico,(Restauro e Conservazione dei Beni Culturali), il quale affermava che dai primi studi effettuati , pare si tratti della figura di San Nicodemo Abate nato a Cirò nel 900, che porta sulla testa una Mitria medievale. Infatti ha detto si tratterebbe di un affresco dell’anno mille circa, a questo gli studiosi sono arrivati studiando il disegno nei minimi particolari, come la lettera “U” sul suo lato destro che sta ad indicare la vicina sede vescovile di Umbriatico di cui faceva parte Cirò. Mentre il medaglione che porta al petto, non sarebbe un Ecce homo come si pensava, ma bensì una resurrezione poiché è circondato da 8 stelle, il numero 8 rappresenta la perfezione. Inoltre sulla mano sinistra ci sono segni che rimandano ai Templari. Ma sono tanti ancora i segni che dovranno essere svelati, e che dopo il suo restauro, saranno resi noti in un opuscolo. Intanto fa sapere la presidente Rotary Club Cirò Giuseppina De Novara, che si accolleranno le spese per il restauro dell’affresco medievale che raffigura San Nicodemo Abate, che a quanto pare da queste ultime rivelazioni, è stato sempre presente a Cirò già pochi anni dopo la sua morte avvenuta nell’anno 990 a Mammola. Dopo la celebrazione eucaristica è proseguito un agape fraterna presso il convento delle suore per festeggiare Suor Filomena.