Presentata venerdi 15 novembre 2019, la nuova edizione della guida Slow Food “Osterie d’Italia 2020” che da 30 anni racconta il più autentico modello di ristorazione del nostro Paese.
In sala i veri protagonisti: gli osti chiocciolati, chiamati a raccolta e accorsi con il consueto affetto da tutto lo Stivale. «Gli osti sono tra facce più belle del nostro Paese». Si è rivolto prima di tutto a loro l’amministratore delegato di Slow Food Editore Carlo Bogliotti: «Varcando la soglia di un’osteria si respira subito l’aria del luogo, perché l’osteria è sincera. Oggi celebriamo insieme 30 anni di accoglienza».
A salutare gli osti non poteva mancare il fondatore e presidente di Slow Food Carlo Petrini: «La salvaguardia del patrimonio delle osterie si deve in grande misura a questa guida. Mentre in tutta Europa la ristorazione popolare perdeva smalto – si pensi ai bistrot e alle brasserie in Francia – in Italia le osterie sono diventate sempre più un paradigma da imitare. La sfida dei prossimi 30 anni sarà quella di difenderci dalla proliferazione di “osterie finte”.
Tra gli ospiti d’onore, c’era lo chef cirotano Giuseppe Pucci del ristorante tipico cirotano “A Casalura” di Cirò Marina, con il suo piatto tipico, gli spaghetti con la sarda salata.
Il commento di Giuseppe: gli spaghetti con la sarda salata, un prodotto che stiamo cercando di salvaguardare, ha conquistato tutti.