Lo scorso 5 maggio, la comunità di Cutro ha vissuto una giornata irripetibile, memorabile, fortemente voluta ed organizzata, come meglio non si poteva immaginare, dai giovani don micheliani di quegli anni, gli anni ‘60/’70, detti ancora oggi “ I figli di don Michele”: si è trattato della “Giornata per don Michele Bertola – Un missionario senza tempo” e nella stessa circostanza, alla presenza di centinaia di parrocchiani e fedeli amici e memori della grande opera del prete piemontese, cutrese fra i cutresi, è stata scoperta una statua della “Madonna dell’accoglienza”.
Una statua della Vergine Madre, alla quale quel prete era molto devoto, per ricordare quel che fu quel santo prete, santo senza aureola, fortemente capace di accogliere, ospitare, ricevere l’altro, il fratello, il povero, il bisognoso. Quella è stata una tappa molto proficua, fondamentale, la prima, per perpetuare la memoria di un prete “buono”, dalle “mani bucate”, di un pastore con “la puzza delle pecore”, per dirla con le parole di Papa Francesco. Orbene, a quella tappa ne è seguita un’altra: il conferimento, della cittadinanza onoraria alla memoria, da parte dell’Amministrazione comunale di Cutro, guidata dal sindaco, rag. Salvatore Divuono, giorno 14 dicembre 2019, data da tramandare ai posteri. Non poteva essere diversamente! Dopo tanti anni di inspiegabile “dimenticanza”, un Consiglio comunale ha inteso ricordare e omaggiare l’opera di un prete, un “umile prete”, venuto dal lontano nord, “cutrese fra i cutresi”.
Pertanto “i figli di don Michele” intendono ringraziare Mons. Domenico Graziani, il nostro Arcivescovo che in questi mesi li ha seguiti passo passo, da vicino, spronandoli, dando loro consigli, sin da prima della straordinaria manifestazione del maggio scorso. La stessa passione, offerta da Mons. Graziani, l’auspicano dal suo successore Mons. Angelo Raffaele Panzetta, il vescovo eletto, al quale augurano un proficuo cammino pastorale nella nostra Arcidiocesi. Rinnovano, altresì, il grazie a tutta l’amministrazione comunale col sindaco Salvatore Divuono che ha voluto questo straordinario evento col conferimento della cittadinanza onoraria all’amatissimo don Michele Bertola.
Perché tanto? Il tempo è passato, tanti lustri son passati ma non inutilmente, don Michele è rimasto immutato nell’affetto della comunità e soprattutto dei giovani. Il sacerdote, come don Bosco, come don Milani e precursore di don Pino Puglisi, era con i giovani, con ognuno di loro, perché ciascuno di loro era importante per lui. E non solo i giovani. Per molti è stato, senza retorica, un punto fermo della crescita, dopo i genitori. E non poteva essere diversamente. All’evento del 14 dicembre seguirà un altro momento molto edificante che resterà negli annali della storia di Cutro. Quanto prima, infatti, si terrà la cerimonia di intitolazione della famosa “saletta”, luogo del cuore molto importante per la crescita di tante generazioni di cutresi e verrà scoperta, a cura dell’Amministrazione comunale, pure una scultura, opera dell’artista cutrese Piero Vasapollo, raffigurante l’amato prete don Michelino.